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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Nascita di una ghironda
MessaggioInviato: 19/08/2014, 15:16 
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Iscritto il: 20/06/2014, 19:21
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Località: Verona
Pietro

Oggetto: Nascita di una ghironda

Il materiale che ho è purtroppo veramente esiguo e in un primo momento pensavo di lasciar perdere ma quanto letto in più occasioni da diversi utenti mi ha invece spinto a procedere in quanto il poco spazio e la carenza di attrezzatura o la mancanza di piani costruttivi ben dettagliati non possono essere considerati dei deterrenti se c’è la voglia di imparare e di sperimentare.
Questo vale per qualsiasi strumento.
La passione per la musica e per la liuteria a livello esclusivamente amatoriale mi ha portato alla conoscenza di vari strumenti a corda e delle loro tecniche costruttive in base alle quali uno strumento come la ghironda, a mio parere, non poteva suonare.
Gli spessori delle tavole, le pesanti incatenature che servono anche da supporti per il meccanismo della ruota, il taglio sulla tavola armonica per la ruota stessa che interrompe tutte le fibre e non ultimo quelle tangenti che tastano le corde non sulla tastiera come tutti gli altri strumenti ad arco o a pizzico rendevano a mio parere il tutto incapace di produrre suoni.
Lo strumento invece suonava e con una certa presenza e personalità, questo avevo constatato mediante audizioni di incisioni discografiche e ancor di più in concerti dove ho potuto ascoltare dal vivo senza l’ausilio di microfoni o amplificazioni varie la sonorità sia delle ghironde che della symphonia. In un concerto a Verona alla Gran Guardia ho visto e sentito una ghironda con tre corde (canto, trompette e bordone) similare a questa della prossima illustrazione, costruita in compensato da cinque millimetri di spessore con una presenza di suono impressionante, quella è stata tra l’altro la prima volta che ho visto il meccanismo delle tangenti dello strumento.



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In un primo tempo ho accostato il tutto con il fenomeno dello scarabeo che secondo le leggi della fisica non può volare, ma lui la fisica non la conosce e vola tranquillamente senza problemi. Ripensandoci però ho cercato di capire il meccanismo sonoro delle ghironde e qui mi sono dannato l’anima ed il corpo in quanto da diversi anni a questa parte sono preso del fascino di questi arcani strumenti che vengono da lontano e mi coinvolgono non solo direttamente in quanto anche i miei familiari volenti o dolenti sopportano il rude vigore delle corde di canto e l’ossessivo suono dei bordoni. Pure dei miei conoscenti sono stati da me coinvolti ed hanno costruito ghironde che adesso cercano di suonare e consultano i vari siti internet per saperne di più, altri per il momento non si sono ancora cimentati ma dimostrano comunque un certo interesse.
Ci sono persone che nella vita non si sa se ringraziare o se era meglio ignorare la loro esistenza, uno di questi è sicuramente Marcello Bono autore del libro: “La ghironda: storia, repertorio. tecnica esecutiva e costruzione” edito dalla casa editrice Arnaldo Forni editore che mi sono fatto inviare via posta perché all’epoca irreperibile nei negozi.
Il secondo è sicuramente Silvio Orlandi che ho ascoltato più volte in concerto e di cui ho seguito qualche stage dove ho acquisito la tecnica della manovella per ottenere quella scansione ritmica tipica della ghironda, oltre naturalmente alle diteggiature sulla tastiera. Non sono cose facili come potrebbero apparire a prima vista e in effetti ancora adesso sono alle prese con i colpi a due, a tre e a quattro oltre che con i salti delle dita della mano sinistra. I colpi irregolari penso che non li imparerò mai visto che con la trompette sono in difficoltà già con le usuali scansioni.
La mia prima ghironda costruita nel 1995 è stata realizzata grazie appunto al libro che ho prima studiato a fondo per passare poi alla fase costruttiva, senza avere mai prima di allora visto una ghironda in dettaglio. Pur essendo descritto soprattutto lo strumento a forma di liuto ho optato per la forma a chitarra in quanto alla fine delle pagine c’erano delle foto di tale strumento costruito fra l’altro dall’autore stesso.
La realizzazione non è stata facile, lo strumento suonava, possedeva una sonorità potente tanto da crearmi dei problemi in casa; penso però di avere capito che il segreto del suono di questo cordofono a sfregamento non conforme alle regole della liuteria sia nelle tre anime che collegano la tavola armonica con il fondo calibrando le vibrazioni e conferendo allo strumento stesso quel rude vigore sonoro che lo caratterizza. Il violino di anime ne ha solo una ma la sua struttura è completamente diversa e non si possono fare paragoni. Molte cose comunque continuano a sfuggirmi riguardo la sonorità delle ghironde pur essendomi cimentato con la costruzione.
Riguardo a Marcello Bono: musicista, liutaio e autore del libro dal quale è partita la mia esperienza e a Silvio Orlandi: didatta, liutaio e virtuoso della ghironda, alla fine devo solo dei ringraziamenti per tutto quello che mi hanno insegnato su questi strumenti dal fascino arcaico e sul mondo degli antichi suoni.
Loro si sono addentrati in questo campo e ne sono stati contagiati molto prima di me.

Quando ho costruito questa mia prima ghironda non avevo molto spazio in quanto il mio piccolo laboratorio era un angolo del sottotetto alto al massimo un metro e mezzo dove dovevo lavorare solo seduto su un basso sgabellino o a gambe incrociate come i praticanti di yoga. D’inverno non era possibile lavorare per il freddo e allora usavo il tavolo della cucina nonostante le proteste della moglie (vedi foto, l'altra è quella con lo strumento finito).



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Nonostante tutte le avversità lo strumento lo portai a termine e seppure molto spartano aveva tutto quello che deve avere una ghironda completa a forma di chitarra con un diapason per le due corde di canto di 345 mm. munito di trompette, tre bordoni e quattro corde di risonanza. L’estensione cromatica era di due ottave e il metodo costruttivo seguiva (oltre che le indicazioni di Marcello Bono) anche L’Encyclopèdie Diderot & D’Alembert che ho comperato solo in tempi più recenti.
Le foto che ho sono veramente poche, comunque la cassa della ghironda a forma di chitarra si ottiene nel modo consueto per tutti gli strumenti similari con una forma e le fasce piegate a caldo.
La ruota è in quattro strati di faggio incollati a 90° per evitare deformazioni.
Le foto che seguiranno sono state fatte nel chiosco della chiesa di San Giovanni in valle a Verona da un giovane amico di mio figlio maggiore che quando ha sentito la sonorità dello strumento finito mi ha chiesto di fotografarlo. Se non fosse per lui forse non avrei nemmeno questa breve documentazione fotografica.



Allegato:
nascita 3.jpg [169.48 KiB]
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Posto comunque questo fascicoletto per saperne di più.

https://app.box.com/s/dfbvl102tondtrlilqp9

La ghironda suonava forte, veramente forte che ero costretto ad andare fuori di casa per suonare e spesso con un altro ghirondista andavamo ad esercitarci fuori città lungo l’Adige e capitava spesso di sentire qualche cane latrare in lontananza.
Al presente questa ghironda non è più in mio possesso in quanto quando ho traslocato in una casa più grande con un vasto garage che ho subito adibito a laboratorio oltre che, logicamente a posto macchina, è sparita. Lasciata incustodita nella vecchia casa o nella nuova mentre andavo avanti e indietro con i mobili? Non lo saprei dire, non saprei proprio dire che fine possa aver fatto, spero solo che sia nelle mani di qualcuno che possa apprezzare le sonorità arcane di uno strumento che viene veramente da molto lontano nel tempo.

Cordialità - Pietro


Al tema segue la discussione:

1 - salvatore catania
Caro Pietro, innanzitutto ti ringrazio per avermi e averci resi partecipi di una tua esperienza, con un epilogo negativo a quanto leggo, che tu con la tua solita signorilità minimizzi. L'ho vissuta anch'io l'esperienza del furto, la mia fiammante Di Giorgio con custodia rigida, sconsideratamente portata in gita scolastica. Al momento di prendere il mio borsone e la chitarra dal bagagliaio dell'autobus ho trovato solo il borsone. Pensa come può rimanerci un ragazzino di neanche 18 anni che la Di Giorgio se l'era sudata lavando piatti in un camping per un'intera estate. Anch'io spero che alla fine la mia chitarra sia andata in mano a qualcuno che le abbia saputo dar vita, certamente il ladro ha apprezzato i quattro soldi della vendita, perchè uno che ama gli strumenti non li ruba; li costruisce se ne è capace o li compra. Pace.
Venendo alla ghironda: questo strumento mi ha sempre affascinato per il suo sapore antico, non ho avuto molte occasioni di ascoltarla ma ricordo specialmente un gruppo di ragazzi che facevano musica antica con ghironda, tiorba, liuto, tromba marina, continuo, fiati e voci. Il gruppo si chiamava appunto "de ghironda et cantu" e si esibivano con costumi d'epoca. Semplicemente una delle più belle esperienze.
Ti credo quando dici che il metodo costruttivo non è per niente semplice, e chi riesce a portare a termine un lavoro del genere ha tutta la mia ammirazione. So dell'esistenza di testi e metodi costruttivi ma sinceramente non mi ritengo all'altezza di cimentarmi, trovo che sia uno strumento complicatissimo da realizzare, specialmente la parte dei tasti rispetto ai quali non ho proprio idea. La liuteria è una materia affascinante ma sconfinata e, ti confesso, dopo aver costruito vari strumenti a pizzico (partendo dalla balalaika fino ad arrivare alla classica) comincio appena a capirci qualcosa di incatenature, spessori, materiali e non mi vergogno a dire che ho impiegato anni a raggiungere un "dignitoso" livello di verniciatura. Forse noi amatori commettiamo l'errore di fondo di non approfondire a sufficienza un solo strumento (e per farlo non basterebbe una vita, credo) in quanto non abbiamo obblighi di mercato e la passione ci spinge ad interessarci di tante cose che alla fine diventano dispersive, ma questo potrebbe essere anche il lato più stimolante.
Grazie ancora per il post.
Spero che la ghironda che ti hanno rubato tu l'abbia rimpiazzata con una ancora più bella.
A presto. Salvatore


2 - Pietro
A dire il vero farne una più bella non era poi così difficile avendo l'esperienza della prima.
Non si tratta di strumenti facili e diffatti il mio secondo è stata la symphonia che sembra più facile avendo meno particolari meccanici ma...
Vero è che il vantaggio di non avere consegne a scadenza come il professionista avvantaggia l'amatore a sperimentare sul nuovo ma è come il tecnico dai mille mestieri che alla fine si che li fa tutti ma la qualità non è mai come quella di chi si dedica a una sola specializzazione ( naturalmente anche in questo caso non mancano le eccezioni come il liutaio Cipriani di Assisi, presente anche nel nostro forum, che veramente è a 360°).
La sparizione di uno strumento vedo che è una cosa che prima o poi colpisce chi ama la musica e gli strumenti stessi, c'è poco da fare, solo sperare che passate le sporche mani di quello per quattro soldi ha compiuto l'atto lo strumento vada a chi lo sa apprezzare magari anche più del proprietario originario.
Per ultimo vorrei spronare chi ha poco spazio o pochi mezzi a disposizione a non scoraggiarsi e a provare lo stesso a provare ad assemblare lo strumento che lo ha magari colpito, male che vadi il secondo risulterà sicuramente migliore.


3 - mystral1320
Caro Pietro, leggerti é sempre affascinante, a prescindere, tu stia descrivendo una ghironda, una chitarra o un mandolino. E' il tuo modo di porti e di esporre la tua conoscenza ad incantare anche me sempre e comunque...
Alla fine, ciò che fa (forse) la differenza tra un professionista diplomato ed amatore, davanti ad uno strumento nuovo e mi costruito prima, son solo una sacco di nozioni tecniche in più e che magari manco si possono adattare alla necessità del momento!
Alla fine ritengo che un amatore o un qualsiasi hobbista che abbia acquisito una buona cognizione di cosa significhi ragionare in termini "liutari" e che abbia acquisito una certa manualità, possono tranquillamente essere messi sullo stesso piano, in quanto non c'é materia come la liuteria dove é l'esperienza che fa molto più di tante teorie...
Un professionista, ha la sola "fortuna" di potersi cimentare costantemente con gli strumenti sui quali si é più o meno specializzato, ma davanti ad uno strumento "nuovo" cioé mai costruito prima, é anch'esso per buona parte un dilettante.
Potrà accadere che magari le rifiniture siano migliori e più curate, ma di certo quasi mai non è la cura maniacale di piccoli dettagli a fare davvero il suono, come ha ben dimostrato la tua prima ghironda!!!
Secondo me le tre catene di certo contribuiscono, ma secondo me, molto dipenderebbe anche dalla quantità di massa e la sua composizione.
Come il bombice che hai indicato tu che, fisicamente, manco potrebbe permettersi di volare eppure vola. Vola perché magari, nonostante la sua mole "rozza e tozza" é magari costituito da uno scheletro le cui "ossa" sono vuote all'interno oppure contenenti qualche gas tipo elio; oppure ancora potrebbe possedere una sorta di "vescica volatoria", analogamente ad alcune specie di pesci, senza la quale nemmeno loro potrebbero nuotare o galleggiare...
Non sono ne zoologo ne entomologo e quindi non sono in grado di affermare se quanto ho descritto poco sopra sia possibile oppure no, ne tanto meno se siano mai state fatte delle ricerche in tal senso.
Ciò che é noto é che la quantità e la qualità della massa hanno a che vedere in qualche modo con timbro e volume acustici, se non non ci sarebbe la necessità di sbattersi tanto per procurare gli spessori miglior per questa o quella tavola di violino...
Un salutone cordiale.


4 - Pietro
Grazie Mystral per gli apprezzamenti e per i sempre interessanti pareri su amatori e professionisti della liuteria, troppo lusinghieri nei nostri confronti e nel contempo, per quel che mi riguarda, uno stimolo a imparare e a migliorare.
Sulle ghironde il discorso è sempre quello dello scarabeo, sono in varie forme e fogge e suonano sempre, vedi le ghirondine della Vandea che pur costruite da non professionisti e con una ruota da 90 mm si fanno sempre onore nelle feste all'aperto e nei matrimoni; pur essendo strumenti rozzi e approssimativi hanno pure la trompette, insomma non mancano di nulla.
Torno infine sulla già menzionata ghironda in compensato da CINQUE millimetri (mogano interno pioppo per tutto) che suonava alla grande pur con solo tre corde: canto, bordone e trompette.
Concordo comunque che strumenti più raffinati costruiti da specialisti del settore siano più gradevoli e dal suono meno rozzo anche se forse è proprio quel rude vigore che rende la sonorità della ghironda così adatta per feste e danze.

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Ulteriori integrazioni naturalmente sono sempre gradite.

Cordialità - Pietro -


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 Oggetto del messaggio: Re: Nascita di una ghironda
MessaggioInviato: 21/06/2018, 22:33 
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Iscritto il: 14/06/2018, 20:42
Messaggi: 1
Ciao mi chiamo Umberto sono molto interessato al libro di cui sopra hai postato la foto.il problema è che non riesco a trovarlo da nessuna parte..sai consigliarmi dove posso trovarlo?grazie mille


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 Oggetto del messaggio: Re: Nascita di una ghironda
MessaggioInviato: 22/06/2018, 9:50 
Non connesso

Iscritto il: 20/06/2014, 19:21
Messaggi: 348
Località: Verona
Il testo è molto utile, il mio è datato 1989.
Per dove trovarlo... sinceramente ora non saprei, a suo tempo lo avevo ordinato direttamente alla casa editrice Arnaldo Forni di Bologna; si potrebbe al limite provare a contattare direttamente l'autore Marcello Bono che nella vecchia Liuteriaitalia era iscritto.
Riassumo i dati del testo: La ghironda, autore Marcello Bono, casa editrice Forni.
Forse provando con una ricerca su internet tramite i nomi - testo - autore - editore - magari qualcosa esce.

Cordialità - Pietro -


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