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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: La vernice di Lanaro per i violini
MessaggioInviato: 29/10/2015, 16:02 
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Iscritto il: 20/06/2014, 19:21
Messaggi: 347
Località: Verona
Pietro

La vernice di Lanaro per i violini

Nel testo di Lanaro è indicata come ottima vernice per violino questa formula che si applica sul violino dopo aver isolato il legno con due mani di albume d'uovo:
1 - Alcol a 96° 1/2 litro, mastice in lagrime 50gr.
2 - Alcol a 96° 1/2 litro, gomma benzoe 50gr.
Disciogliere separatamente a bagnomaria, filtrarli e lasciarli decantare per 24 ore.
Unire le due resine nella seguente proporzione: 75% di gomma benzoe e 25% di mastice.
Si prenda olio di lino cotto in proporzione 40% e essenza di trementina 60% e si lasci 24 ore a decantare.
Unire gli elementi nella seguente proporzione: 100 cm cubici delle resine e 30 cm cubici degli oli; dopo una settimana sarà pronta, basta agitarla ogni tanto.

Io a suo tempo la ho provata, si stende bene e tutto ma a mio parere non ha consistenza, consultai Lanaro che mi disse che è veramente ottima basta aver pazienza e mi semplificò la formula per una dose occorrente per un violino:
Mastice in lagrime 2,5gr.
Gomma benzoe 7,5gr.
Alcol 100ml.
fondere a freddo per 24 ore e filtrare.
Olio di lino cotto 12ml.
essenza di trementina 18ml.
unire e lasciare 24 ore a decantare
Unire il tutto e lasciare una settimana a riposare agitando ogni tanto.

Per me era lo stesso, non vedevo differenze e la vernice per me restava troppo tenera.
Se qualcuno ha avuto occasione di provarla vorrei sentire il parere.

Cordialità - Pietro -


Al tema segue la discussione:

1 - edo
Non l'ho provata ma provo ad azzardare un ipotesi: vista la relativa alta percentuale di olio di lino nella composizione della vernice temo sia necessaria una esposizione ai raggi UV, sole o lampade ultraviolette per avere un essiccazione rapida, cioè circa un paio di giorni. Senza esposizione UV la vedo dura far seccare una vernice così. Forse per quello il Maestro Lanaro diceva che ci vuol pazienza, magari lui lasciava lo strumento in un ambiente bene illuminato dalla luce diurna e, con pazienza appunto, la vernice asciugava.

2 - mystral1320
Caro Pietro, non posso che concordare con te. Pure io, molti anni fa, contattai e conobbi di persona uno dei due fratelli Lanaro, che se non erro, abitavano proprio dalle tue parti. Erano gli anni 1988 - 1989, e cioé quelli in cui i due fratelli tentarono di vendere la loro attività (che era più improntata alla produzione di materiali accessori per la liuteria, come la loro fantastica pece per archi, a mio avviso ineguagliabile, il sapone per i piroli ed altri loro prodotti davvero eccellenti). Alla fine non concludemmo l'affare poiché Lanaro non volle consegnare i conti delle attività, per cui ne dedussi che ci fosse qualcosa di poco chiaro in quell'agire, ma questo é altro discorso.

La loro ricetta l'ho testata pure e sono giunto alle tue stesse conclusioni, Pietro. Ne parlai con Lanaro (non so se tu ti riferisci al padre - che non ho conosciuto - oppure ad uno dei due figli che so che armeggiava con la liuteria) e mi disse più o meno le stesse cose che furono dette anche a te.

Ebbi una discussione con lui per il fatto che da parte mia sostenevo che una vernice tenera é preferibile (entro certi limiti) ad una dura, ma che la ricetta indicata dava una vernice davvero troppo molle ed oltretutto di difficile essiccazione. La risposta, dopo le mie insistenze, fu "questioni di gusti".

Dal mio canto, come ho sempre sostenuto, ho sempre preferito le vernici all'alcool o a doppio solvente. Penso però che la ricetta del Lanaro possa essere modificata come segue. In una parte dell'essenza di trementina mischiata all'olio di lino, si potrebbe sciogliervi della dammar (nell'essenza di trementina dovrebbe sciogliersi senza grossi problemi, se del caso, scioglierla a caldo e lasciare raffreddare successivamente) e quindi proseguire con la ricetta. La dammar dovrebbe garantire una maggiore durezza. Si tratterebbe perciò di stabilire in che proporzioni aggiungerla alla ricetta.

Oppure ancora, nell'essenza o nell'alcool, aggiungervi della copale. A dipendenza della varietà della stessa, ve ne sono alcune più solubili (a caldo) nell'essenza che non nell'alcool, ma ci sono anche alcune varietà altrettanto solubili in alcool, tipo la Manila o la Kauri, anche se spesso tendono a lasciare residuo.

3 - Pietro
Qualche integrazione ai punti di Mystral:
Luigi Lanaro è autore del libro: "La liuteria classica e il liutaio moderno" edito da Zanibon - PD - 1/1985 dove c'è la ricetta che ho postato.
Erano veramente dalle mie parti in quanto sono nativo della provincia di Padova e il loro laboratorio di liuteria era, forse c'è ancora, ad Albignasego (PD).
Luigi Lanaro non lo ho mai visto e nè conosciuto ma il fratello Umberto (è con lui che avevo parlato per la vernice) e il nipote Alessandro figlio di Umberto si.
Per la vernice io la considero a doppio solvente in quanto si prepara in due parti: una con alcol e l'altra con l'essenza di trementina e una volta pronte vanno unite.
Una modifica per renderla più dura che ho tentato consisteva nell'aggiungere della sandracca al posto della dammar che tu hai indicato ma sinceramente le cose non cambiarono di molto.
Ottimo invece il risultato con la sandracca aggiunta alla trementina e all'olio di lino cotto e con gomma lacca rosso rubino aggiunta alla soluzione alcolica. Una volta pronte le due soluzione le ho unite come indicato ma sinceramente la vernice così modificata diventava tutta altra cosa.
Ho inoltre avuto modo di vedere qualche violino di Lanaro con la vernice indicata nel libro di Luigi e sinceramente non era male, anche se un po' delicatina non sparava come molte vernici dell'epoca.
Forse l'asciugatura avveniva come indicato da Edo in quanto nel loro laboratorio non ho visto apparecchiature con lampade ultraviolette ma strumenti esposti alla luce si.

4 - g.berchi
Pietro mi spieghi come hai fatto questo procedimento? Intendo dire come hai sciolto la sandracca nell'essenza di trementina?
oppure intendi trementina veneta e sandracca?

5 - Pietro
Si tratta di essenza di trementina e sandracca, nello specifico il colorificio Dolci di Verona vende le boccette già pronte.

6 - mystral1320
ATTENZIONE!!! Mai confondere la Trementina veneta con l'essenza di trementina! Sono due cose differenti anche se si ottengono dalla stessa resina. La trementina veneta é la resina eppurata di una varietà di larice ed ha una consistenza più densa del miele ed é una RESINA, mentre l'essenza di trementina (che di fatto é un olio essenziale) la si ottiene per distillazione o della resina base di larice oppure (quando é di qualità superiore) dalla distillazione della trementina veneta appunto. Il residuo di tale distillazione é la colofonia. Sarebbe come dire che "bitume e gasolio" sono la stessa cosa!

Mi sembra inoltre che la persona con cui avevo trattato fosse proprio Umberto, ma non ricordo con certezza. Quanto alla ricetta, trovo interessante questo scambio proprio perché il mio era solo un suggerimento ed é quindi buono sapere che tu hai già provato delle modifiche con i relativi risultati.
Non rimarrebbe che il tentativo con la copale da provare e vedere quali risultati eventualmente dà.
Anche se si é usata la GL Rubino, come spesso sostengo, la GL ha delle sue proprietà specifiche che spesso tendono "ad estrapolare" la modifica di una ricetta dal suo proprio contesto originale. Ed é proprio per questo che non l'ho menzionata, anche se certamente potrebbe essere una variante possibile, ovviamente considerando la differenza sostanziale da te sottolineata nel post.

7 - g.berchi
Grazie per la precisazione Mystral, conosco esattamente la differenza tra i due prodotti. La mia domanda era rivolta proprio per confutare dubbi, o incomprensioni.
Io vorrei tanto riuscire a sciogliere la sandracca in essenza di trementina per preparare una vernice ad olio, ma attualmente non sono ancora riuscito.

8 - mystral1320
Se intendi vernice ad olio fatte con presenza di olio di lino cotto, passo subito a comunicarti che in alcune ricette del tardo '500 si trova la presenza (anche in proporzione abbondante a volte) della sandracca ma che viene fusa direttamente nell'olio di lino bollente a cui vengono aggiunte via via le altre componenti. Questo perché con buona probabilità la sandracca non é solubile nelle essenze. E' certamente solubile in alcool e per fusione nell'olio di lino.
Attenzione però che viene anche indicata l'aggiunta della sandracca nell'olio di lino cotto e bollente, aggiunta a poco a poco perché, per reazione, si formerà della schiuma che si abbasserà da sé.

9 - Pietro
Dal post evidenzi una certa pericolosità nella preparazione delle vernici, mi sembra che tu disponga del testo di Gabriele Carletti "Le vernici in liuteria".
A pag. 62 vengono trattate le vernici oleoresinose e nella pagina seguente c'è il procedimento della preparazione che l'autore stesso indica come "abbastanza complesso" e tra le resine c'è anche la sandracca indicata tra l'altro nelle ricette a fondo pagina.
A pag. 91 viene trattata la sandracca e c'è il procedimento per fonderla nell'essenza di trementina.
Non riporto le procedure direttamente in quanto le operazioni comportano (a mio parere) dei rischi ai quali è meglio non esporsi se non si è a competenza e dotati di idonea atrezzatura. Aggiungo che se il prodotto (sandracca in essenza di trementina) si trova già pronto in commercio, come nel piccolo colorificio artigianale che ho precedentemente citato, meglio comperarlo e stop.

10 - g.berchi
Grazie Pietro, vado subito a consultare il Carletti.

11 - g.berchi
Non ricordavo esattamente i passaggi a pag.67 e 91.
Comunque niente di nuovo.
Ho già provato a fondere la sandracca ed aggiungere olio di lino. Dapprima si scioglie tutto per bene, ma quando sembra raggiunto il traguardo come per incanto la sandracca esce dall'olio e si forma una bella palla.
Stesso risultato con l'essenza di trementina, anche se in questo caso una piccola percentuale di resina si scioglie.
Mystral otresti darmi qualche indicazione?

12 - mystral1320
Dovrei cercare il libro per accertarmene, ma mi pare che in una ricetta si parla di mastice (sempre per fusione nell'olio di lino cotto) e in un'altra di ambra o dammar. Appena ho un attimo vedo di rileggermi le ricette in questione ed eventualmente postarle.
Quanto all'osservazione che Pietro ha fatto in merito alla pericolosità di alcune operazioni, é sempre bene tenerla in debita considerazione. Io spesso dò queste cose per scontate e non dovrei davvero! Tra i grandi maestri ancora in vita, c'é Morassi che da oltre 40 anni si porta addosso i segni. Si tratta dei segni di un'ustione tosta che s'era procurato alla pancia nel tentativo di calmierare una reazione durante la preparazione di una vernice.
Eppure all'epoca che successe aveva già almeno 20 anni di esperienza. Per cui sempre meglio un'oncia di prevenzione che non una libbra di cure!!!

13 - g.berchi
Concordo in pieno!

14 - Pietro
A questo punto aggiungo un passo dal testo del Turco che se non sbaglio dovrebbe ora essere disponibile in rete "Coloritura, verniciatura e laccatura del legno" dal quale lo stesso Carletti si è abbondantemente ispirato.
Pag. 317 capitolo quinto: si parla delle vernici grasse e a pag. 343 illustra molto dettagliatamente il processo generale delle preparazione che non è cosa semplice, basta poco per compromettere la buona riuscita della vernice.
Per formule più o meno antiche suggerisco di cercare in rete dove dei trattati si trovano sempre anche se nel Carletti e nello stesso Turco non mancano.

15 - Pietro
Finora si è diffusamente parlato della vernice Lanaro solo analizzando la formula della vernice stessa; per ampliare e completare l’argomento ritengo utile esporre tutto il procedimento utilizzato per le varie fasi di verniciatura tratto dal testo di Luigi Lanaro e per brevità e chiarezza lo farò per punti.

1 – Levigatura strumento.

2 – Impermeabilizzare il piano armonico per evitare macchie chiare e scure dovute alle varie capacità di assorbimento dell’abete con una materia incolore ed elastica, ottima è la soluzione di albumina ed acqua o semplice albume d’uovo. Due applicazioni sono sufficienti.

3 – Applicare sul piano armonico impermeabilizzato, sul riccio, sulle fasce e sul fondo una base di gomma guta per preservare lo strumento dai parassiti causa le proprietà tossiche della gomma e per evidenziare le fiamme e le venature dei legni.

4 – Applicare la vernice con la formula descritta unendo i coloranti desiderati fino ad ottenere una pellicola dello spessore voluto. Esporre lo strumento al sole durante la verniciatura per mollificare le resine e poter stenderle fornendo un amalgama uniforme. Conviene dare le ultime mani di vernice incolore allo scopo di non provocare macchie al momento della levigatura che si eseguirà quando la vernice è secca al punto giusto e permetterà di essere pulita senza essere danneggiata. Solo a questo punto acquisterà bellezza e trasparenza, gli elementi volatili si elimineranno a contatto con l’aria a temperatura ambiente in pochi giorni.

5 – Uno strumento nuovo verniciato di recente tende ad essere di colore chiaro ma con il tempo scurirà gradualmente per l’ossidarsi della vernice e dei coloranti seguendo un processo naturale di ossidazione sia per il legno che per la vernice stessa.

6 – Un buon sistema per mantenere la vernice pulita e lucida è usando l’olio che esce da un gheriglio di noce schiacciato, ne esistono di migliori e di più efficaci ma questo è un sistema antico che non ha mai provocato danni come certi liquidi oggi in commercio.

Mi sembra di aver descritto tutto, aggiungo solo che Lanaro raccomanda che la vernice non deve mai essere più densa del legno perché sarebbe difficoltoso per le vibrazioni impresse allo strumento sollecitare uno strato di vernice rigido e spesso penalizzandone così la sonorità e il timbro.
Personalmente ho visto e provato qualche violino della liuteria Lanaro e devo dire che non mi dispiacevano né per il suono e neppure per la vernice che, come già detto all’inizio, pur se delicatina non sparava come certi strumenti di adesso che sembrano pomodori maturi visto il rosso vivo della tinta; d’altronde lo stesso Morassi di Cremona mi ha detto che oramai tutti li vogliono così.
Se è una moda spero sia passeggera in quanto se è valida la teoria di Lanaro che la vernice tende a scurire figuriamoci cosa saranno questi strumenti in futuro.

16 - edo
Forse è una domanda stupida perchè conosco poco la gommagutta: va sciolta in alcool o in acqua?

17 - mystral1320
In alcool. In acqua é poco o nulla solubile. Se riesci, cerca di comperarla già in piccole scaglie o in polvere perché é durissima da sbriciolare anche usando il martello!!!
Altrettanto valido (ma che non é parte della vernice di Lanaro) é l'aloe sciolto in alcool che ha più o meno le stesse funzioni della gomma gutta, che, tra l'altro, é tossica per noi umani ma che é ancora tutto da dimostrare che lo sia altrettanto per gli insetti ed i parassiti al contrario dell'aloe che, siccome é usato in erboristeria e fito-medicina, le sue proprietà antisettiche ed antibatteriche sono invece supportate e comprovate da studi scientifici e medico-biologici.
Così come pure il propolis ha notissime proprietà antibatteriche, anch'esse comprovate scientificamente.
Un ultima cosa: in diversi colorifici, la gomma gutta é anche conosciuta come "giallo indiano" che é la tonalità particolare di giallo che si ottiene con questa gomma per i colori ad olio per artisti.

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Naturalmente altre opinioni sono sempre gradite.

Cordialità - Pietro -


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