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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: La colla a caldo
MessaggioInviato: 13/11/2015, 15:54 
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Iscritto il: 20/06/2014, 19:21
Messaggi: 348
Località: Verona
Pietro

La colla a caldo

La colla a caldo non è l'unico collante usato in liuteria in quanto c'è chi usa la poliacetovinilica, la poliuteranica e l'epossidica a due componenti che vediamo nell'ordine nell'immagine che segue.

Allegato:
colle 2a.jpg [148.47 KiB]
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Pure le alifatiche sono molto usate e ultimamente anche certe vernici iniziano a prendere piede sempre con tale principio attivo, ma la colla a cado è sempre comunque quella che va per la maggiore in virtù delle sue doti di adesività e di reversibilità; si può trovare in granuli, in perle o in tavolette ma si prepara sempre a bagnomaria scaldandola senza farla bollire.


Allegato:
colla 1a (640x168).jpg [86.06 KiB]
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Non dimentichiamo infine che l'umile colla a caldo ricavata da pelli, nervi e ossa animali è pure un ottimo fondo per le vernici: basta diluirla ulteriormente e si ricava la cosiddetta acqua di colla tanto cara ai liutai e anche agli ebanisti.


Allegato:
colla 3a (640x207).jpg [119.27 KiB]
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Cordialità - Pietro -


Al tema segue la discussione

1 - aldeo
Prima di tutto è importante la diluzione - Per una presa salda va diluita con 4 o 5 parti di acqua ( 1 parte di colle e 4 o 5 di acqua ). Va benissimo se tenuta a bagno dalla sera avanti in acqua fredda (parlo della colla in perline o di quella in lastre ).
Prima dell'uso va portata a una temperatura di circa 75/80 gradi centigradi con riscaldamento a fuoco moderatissimo (meglio se a bagnomaria). Una volta fatta va usata alla temperatura di cui sopra eventualmente riscaldandola di volta in volta; controllare che la diluzione sia sempre quella ottimale ( scaldandola varie volte la parte acquosa tende ad evaporare per cui va reintegrata ); enon è consigliabile usarla dopo 2 o 3 giorni da quando è stata fatta; a parte il pericolo di muffe, perde comunque gran parte del suo potere adesivo.


2 - RE3
Avrei delle domande riguardanti la colla di coniglio (o animale).Da quel che ho capito , bisogna immergere i "pezzetti" (non saprei come chiamarli) in acqua fredda per qualche ora , dopodichè bisogna immergerli a bagnomaria senza però arrivare all'ebollizione (quindi a fuoco basso).Non lo so come mi verrà , spero bene , tuttavia ho alcune domande che riguardano il dopo.Una volta fatta , quanto dura?Voglio dire , può essere conservata inizialmente per poi essere utilizzata dopo mezza giornata?Oppure bisogna utilizzarla subito?Mi spiego meglio , avevo intenzione di farla la sera prima per poi utilizzarla di mattina , magari farla verso mezzanotte per poi utilizzarla alle dieci di mattina , non ho capito se la colla va utilizzata calda oppure no.Una volta utilizzata , quella in eccesso si può conservare per giorni o mesi?Se non è possibile , dovrò necessariamente stare attento alle dosi (in modo tale da farne la quantità giusta).Altra domanda , ma è tossica?Oppure puzza e basta?Non credo lo sia , però non si sa mai.


3 - mystral1320
No non é tossica, anzi... Se ti racconto come la fanno poi le zuppette coi dadi Knorr o Maggi le mangerai ancora?
Il procedimento è identico sia per la colla forte (animale) "normale" sia per la colla di coniglio: l'unica differenza sta nelle frattaglie utilizzate che in quest'ultima - come dice la parola stessa - sono di coniglio anziché di bue, vacca, vitello, ecc.....
La scaglie o le perline vengono messe in una vaso che viene riempito di acqua fredda affinché quest'ultima superi della stessa altezza la colla (ossia all'incirca una parte di colla su due di acqua) e si lascia coperto a gonfiare finché TUTTA l'acqua non é stata assorbita. Il tempo di 2 ore é puramente indicativo poiché dipende dalla secchezza che aveva la colla inizialmente, a volte già con mezz'ora l'acqua é stata assorbita completamente, altre volte ci vogliono magari anche 4 ore.
Allora la colla sembrerà una sorta di gelatina e SENZA AGGIUNGERE ALTRA ACQUA va messa in un bagno maria affinché fonda a fuoco lentissimo. La temperatura non dove mai superare i 70° affinché la colla conservi quanto più potere adesivo.
Una volta sciolta, si abbassa la fiamma affinché il bagno maria la mantenga liquida, questo é una fattore molto importante affinché l'incollatura riesca nei modi migliori. In molti casi, si usa scaldare le due parti da incollare preventivamente con diversi sistemi ma MAI con fiamme dirette affinché ci sia più tempo per mettere in posizione i due pezzi e fissarli con morsetti o altro sistema.
Affinché sia secca per bene occorrono non meno di 10 - 12 ore.
Non ha una lunghissima conservazione, ma questo non significa che dopo poche ore la butti. Stiamo comunque parlando se conservata in condizioni ottimali di almeno una settimana o più. Una volta tolta dal fuoco indurisce e perciò per il suo riutilizzo é necessario scaldarla piano piano nuovamente.
La sua diluizione é IMPORTANTISSIMA ai fine di una tenuta come si deve.
Agitandola con un bastoncino, quando ricade NON DEVE FARE RUMORE e deve CADERE IN MODO FLUIDO nel contempo. Se invece fa rumore o gorgoglia cadendo significa che é troppo diluita se invece cade a fiotti irregolari e non uniformi é troppo densa e va aggiunta un poco d'acqua che si prende dal bagno maria già a temperatura.


4 - Tranchinadavide
Posso chiedervi che vantaggi ha la colla animale rispetto ad una colla industriale?


5 - mystral1320
Ha una presa identica, è sempre reversibile e, non formando strati plastici di sorta, si presta meglio per tutta quella serie di operazioni che prevedono poi una verniciatura, ovviamente ripulendo per bene e anche dai pori le esuberanze di colla animale. Certe colle sintetiche permettono tutto questo a fatica.


6 - RE3
Grazie mille per le risposte!Volevo fare una domanda , la colla l'ho "fatta" giovedì scorso e una volta finito il lavoro l'ho messa in un barattolino di vetro.Ora è passata una settimana e mi chiedevo ma non è che si può conservare all'infinito facendola scaldare ogni tot di giorni?Se la lascio così com'è tra un pò farà la muffa , siccome so che alcuni conservano lo stesso brodo per anni facendolo bollire di tanto in tanto e andando ad aggiungerci cose nuove , volevo sapere se per la colla di coniglio è la stessa cosa salvo la parte dell'aggiungerci cose ovviamente.Lo chiedo perchè la colla di coniglio la uso poco , nel senso che mi capita di incollare pezzi di rado non che la utilizzi poco in favore di altri tipi di collanti , quelli non vanno bene.In questo forum molti di voi si sono espressi contrari alla colla vinavil (io uso quella specifica per legno) e alla pattex , ma sinceramente non ne capisco il motivo , chiaramente non le userei mai per incollare parti vitali o per fare riparazioni serie , però penso vadano bene per incollare delle sciocchezze , volendo fare un esempio stupido un pezzettino di paletta di chitarra (sopra le meccaniche ovviamente) che salta per uno sbattone non si può incollare con questo tipo di colle?Nella chitarra che sto riparando ad esempio si era alzata una parte di schiena vicina al manico , bè lì ho usato la colla di coniglio la settimana scorsa perchè ho letto in questo forum che è la migliore per liuteria sotto tanti punti di vista che non vanno trascurati come ad esempio i suoni attutiti da collanti inadatti , devo dire che questo è un bel forum , complimenti.


7 - mystral1320
In teoria si ed anche in pratica, ma significa farla rinvenire (farla scaldare, MAI bollire!!! La temperatura non dovrebbe mai superare i 65 - 70° C, se no il collagene e la proteina di cui è composta la colla si iniziano a disgregare rendendo la colla inutilizzabile poiché perde la presa) tutti i giorni, come avviene nelle atelier di liuteria, di restauro su legno, di ebanisteria, ecc..
Come dicevo tra colla animale e di coniglio l'unica cosa che cambia è il tipo di frattaglie usate per ricavarla: quella di coniglio viene ricavata dalle ossa, dai tendini e da altri tessuti connettivi e cartilagini del coniglio, appunto, mentre nella colla animale vengono usati gli stessi scarti ma che sono di bue, vitello e maiale di solito.
Interessante forse dire che le industrie che producono le brodaglie da cui vengono poi prodotte colla e dadi per farci il brodo sono le stesse, in quanto fino alle fasi finale le procedure di produzione del primo brodo di cottura (così si chiama la brodaglia da cui si estrarranno colla e dadi da brodo per zuppa). Il procedimento è quello di immettere in un grande silo metallico a chiusura ermetica le frattaglie animali. Sul fondo del silo si trovano una serie di griglie a diversa taglia che servono a separare grassi e collagene per mezzo di reazioni chimiche specifiche e che sono mantenute separate dalla parte superiore con una paratia mobile.
Si inizia iniettando vapore a oltre 300° di temperatura per "pulire" le frattaglie e separarne i grassi per mezzo di un getto di triellina ad alta temperatura. I grassi vengono filtrati dalle griglie e siccome sono abbastanza carichi d collageni ed elastine, una volta epurati vengono inviati all'industria cosmetica (creme e cremine varie). Tutto il resto viene nuovamente lavato per eliminare i residui del solvente e quindi fatto passare per una prima bollitura in acqua per diverse ore.
Dopo aver passato la fase di filtratura, si passa alla cottura vera e propria che avviene in pentole a depressione cioè come una pentola a pressione normale messa dentro un'altra pentola a pressione dove inizia un primo addensamento sino ad ottenere ciò che viene chiamato borda di prima cottura.
Qui una parte procede per il settore alimentare della fabbrica, vengono aggiunti agenti di sapidità sale ed alcune erbe aromatiche e viene prolungata l'addensamento sino a che la massa viene tagliata in cubetti confezionata e immessa su mercato per farci il brodo. L'altra parte della broda di prima cottura viene messa nuovamente nelle pentole a depressione dove la cottura viene protratta fino ad addensamento, da lí la gelatina calda viene messa in stampi rettangolari per formare le tavolette di circa 5 - 6 cm di larghezza, 10 - 15 cm di lunghezza per uno spessore di circa 1 cm, oppure viene fatta cadere goccia a goccia in un liquido neutro raffreddante per formare le perline, mentre le scaglie si formano frantumando le tavolette una volta secche.
Le colle viniliche trovano il loro uso nel bricolage, nella papetteria o in altri lavori di FALEGNAMERIA SPICCIA. La liuteria poco o niente a che vedere con la falegnameria, senza nulla voler togliere alle abilità dei falegnami, per carità! Per quanto posa diluirla prima dell'uso, tenderà sempre a formare delle pellicole gommose che fanno spessore, anche se a certi occhi possa apparire minimo, in liuteria tale "minimo" è già inaccettabile in quanto il grado di precisione è quello dell'ordine dei decimi o addirittura centesimi di mm. Non parliamo poi di colle a contatto come la Pattex, il Brigatex ed altre, la cui pellicola è più vicina all'ordine del mm intero che non. Nel caso fosse assolutamente necessario, meglio allora una colla epossidica o a due componenti come la Aral Ditt o simili che non una a contatto, quest'ultima buona ad esempio per incollare il cuoio, visto che resterà sempre simile ad una sorta di gomma.
Un pezzettino di paletta reincollato con della colla bianca ma ALIFATICA come la Titebond, se il lavoro è ben fatto presenterà un segno appena percettibile, se lo incolli con del vinavil la traccia sarà ben di più che solo visibile, ma addirittura appariscente. Altro concetto poi è quello che dicevo di già: qualsiasi interventi di riparazione o d restauro, nel limite del possibile, deve SEMPRE essere REVERSIBILE.
Nessuno ha la boccia di cristallo tra le mani e pertanto difficilmente può sapere come e quanto evolveranno tali tecniche di riparazione nel giro di pochi anni. Avendo una riparazione reversibile, significa che sarò sempre in grado, anche tra 200 anni di fare rinvenire la colla, staccare la parte ed usare un sistema totalmente innovativo per risaldarla, in caso contrario, la non reversibilità non mi permetterà di intervenire che rompendo o segando la parte e tentando la sua giunzione con altri sistemi.
Il problema non è nemmeno tanto il valore venale dello strumento, ma quello di abituarsi a lavorare in un certo modo più che in un altro meno adatto per diversi aspetti.

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Naturalmente altre integrazioni sono sempre possibili.

Cordialità - Pietro -


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