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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 12/07/2014, 13:07 
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Iscritto il: 20/06/2014, 19:21
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Località: Verona
Pietro

Oggetto: La balalaika: facile da costruire... e da suonare?

Deriva dall’antica domra e cominciò ad assumere la propria fisionomia nel seicento. Solo verso la fine del secolo scorso per opera del musicista V. Andreviev acquisì la terza corda ed ebbe la forma definitiva, mantenne comunque sempre la sua struttura tipica a triangolo.
Questo strumento di origine tartara è conosciuto in tutto il mondo come caratteristico della Russia e viene usato sia nella musica colta che in quella popolare. Nelle orchestre di sole balalaike sono presenti tutte le taglie che vanno dal soprano al contrabbasso.
La balalaika contrabbasso è uno strumento enorme e pur con solo tre corde possiede un suono molto profondo e suggestivo.


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La taglia solista è comunque la più piccola ed è quella conosciuta ovunque. Recentemente esistono anche modelli a doppie corde il cui suono ricorda quello del nostro mandolino.
Il modello più diffuso ha tre corde accordate: MI – MI – LA che possono essere di nylon, budello o acciaio, sono pizzicate con le dita o con un plettro. La cassa armonica è composta da sei doghe in legno ed il manico è munito di barrette metalliche.

Esaminiamo la nomenclatura completa delle varie parti dello strumento con le quote e i dettagli costruttivi:


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Un modello semplice di balalaika è quello a fondo piatto, ne ho vista una anni fa e dopo averla copiata su carta l’ho costruita. Memore della facilità esecutiva la propongo alla vostra attenzione. Come suono la resa è buona e rispetto a quella con il fondo bombato è più comoda da suonare.
Per costruire la cassa dello strumento basta il semplice compensato da tre millimetri che qualsiasi falegname vi fornirà.
Per la tavola armonica usate un triangolo di compensato d’abete: base 430 mm. altezza 300 mm.
Per il fondo un triangolo di uguale misura, però di compensato più scuro: noce, palissandro, mogano ecc.
Le fasce sempre di compensato come quello del fondo saranno alte 60 mm. Ne serve una lunga 430 mm. e due lunghe 370 mm.
Il manico sarà in un pezzo unico di faggio rosso, mogano o palissandro. Sarà lungo 420 mm. largo 80 mm. alto 65 mm.
Serviranno inoltre delle strisce di compensato di pioppo sempre da tre millimetri per le controfasce lunghe circa 430 mm e alte 10 mm. Sei sono sufficienti. Per le catene e i tasselli servirà dell’abete massiccio, ma per le misure e la forma vedremo in seguito.
Come prima fase esecutiva si prepara il manico che verrà prima segnato e poi tagliato dal blocco di legno nel modo indicato in figura. Il taglio può essere fatto anche dal falegname con la sega a nastro e da voi rifinito con le lime e la carta vetrata.
All’interno dello strumento sono presenti tre catene in legno massiccio di abete con vena per il lungo; la loro funzione non è solo di rinforzo ma è innanzitutto acustica, servono a diffondere le vibrazioni sonore nello strumento. La forma e le dimensioni sono riportate nel disegno, la lunghezza sarà determinata dalla posizione di incollaggio. Importante che siano incastrate nelle controfasce che verranno incollate dopo le catene.
I tasselli sono pure in abete massiccio e sono indispensabili per rinforzare lo strumento come si vede dall’assemblaggio dei componenti brevemente illustrati.
Il fondo dello strumento è l’ultimo che va incollato, in quanto chiude la cassa armonica dello strumento stesso. Esaminiamo ora la disposizione delle varie parti che devono essere assemblate con grande attenzione per non compromettere la riuscita finale.
Il triangolo di compensato d’abete dovrà avere la venatura a vista parallela al manico e l’angolino superiore si taglierà in modo da far combaciare le due parti, anche il foro della buca dovrà essere eseguito in questa fase del lavoro. Il manico: già tagliato, sagomato e lisciato sarà adattato per essere assemblato alla cassa solamente nello zoccolo (elemento 1. del disegno precedente). La superfice della cassa e del manico dovranno essere esattamente sullo stesso piano in quanto in questo semplice strumento la tastiera ed il manico stesso sono un corpo unico: per ottenere questo si abbasserà la parte superiore dello zoccolo di tre millimetri, solamente dove sarà incollato alla tavola armonica. Altro abbassamento di tre millimetri si eseguirà ai lati dove si incastreranno le fasce che formeranno così il contorno dello strumento. Il tassello (elemento 3.) sarà incollato al centro dell’estremità opposta della cassa e oltre che da rinforzo servirà anche per fissare le corde. I tasselli che rinforzeranno gli angoli (elemento 2.) dovranno essere tagliati con precisione perchè le superfici incollate combacino perfettamente assicurando quella stabilità che queste zone richiedono. Le catene che abbiamo prima esaminato ora vediamo dove saranno posizionate (elemento 4.): verranno sagomate e tagliate alla giusta lunghezza ed incollate prima delle controfasce (elemento 5.) per poter essere incastrate con precisione in una feritoia ricavata dalle stesse. Le catene hanno una funzione acustica più che di supporto meccanico, di conseguenza si deve operare con attenzione estrema. Se tutto è stato eseguito correttamente si chiuderà lo strumento dopo aver incollato le controfasce come per la tavola superiore. La tavola del fondo non richiede catene, avrà la venatura a vista come la tavola superiore parallela al manico e verrà tagliato l’angolino per la giunzione con lo zoccolo del manico che anche qui dovrà essere adattato. Pure le fasce per ottenere un buon effetto estetico dovranno avere la vena a vista per il lungo,
A questo punto del lavoro si passerà in un negozio di strumenti musicali per acquistare le corde, i tasti, i piroli da violino ed i tre bottoni per fissare le corde.
Le corde della balalaika possono essere in materiali diversi, ma non si trovano facilmente. Un ottimo adattamento consiste nell’acquisto di corde in metallo per chitarra a dodici corde: due MI 1 per i due MI e un SOL 6 per il LA il suono sarà squillante sia con il plettro che con le dita.
I tasti in passato erano costituiti da semplici legacci sul manico e la suddivisione era per lo più diatonica, ora la tastiera è cromatica e i tasti sono costituiti da profilati a T come quelli di quasi tutti gli strumenti a pizzico. Quelli per chitarra vanno benissimo, fatevi dare la misura più piccola.
Per tendere le corde la balalaika ha delle meccaniche particolari che è difficile trovare, oppure dei piroli come quelli del violino o del liuto. Tre piroli da violino in palissandro o in resina andranno benissimo. In fondo alla cassa armonica dello strumento le corde sono fissate a tre bottoni siti sulla sommità della fascia, quelli delle chitarre folk vanno bene, ne servono anche in questo caso tre.
Il ponticello chiedetelo, se non si trova si ricava in base all’altezza delle corde. In tutti i casi lo vedremo in seguito.
Adesso che praticamente abbiamo tutto il materiale e lo strumento da rifinire, passiamo alla posa dei tasti che determinano la posizione delle note. Si calcolano in base alla lunghezza della corda vibrante (diapason) usando un numero fisso che è 17,817: si divide il diapason per tale numero e si trova la posizione del primo tasto, si procede idem per il secondo ecc. Riporterò comunque la sequenza dei sedici tasti della balalaika misurando dal ponticello le quote in mm.

Capotasto - 435
1° tasto - 410
2° tasto - 388
3° tasto - 367
4° tasto - 347
5° tasto - 327
6° tasto - 309
7° tasto - 292
8° tasto - 276
9° tasto - 260
10° tasto - 245
11° tasto - 232
12° tasto - 218
13° tasto - 207
14° tasto - 195
15° tasto - 184
16° tasto - 173

Dopo aver segnato la posizione le barrette metalliche si inseriranno nel manico in un solco eseguito con una sega dal taglio della giusta larghezza in modo che il profilato sia bloccato senza sforzare eccessivamente.
Con un martelletto di gomma si procederà al fissaggio e la parte eccedente del tasto verrà limata accuratamente secondo il bordo del manico.
Per facilitare l’esecuzione musicale, su determinati tasti sono posti dei riferimenti consistenti in punti rotondi di circa sei mm. di diametro. Sono di diversi materiali: osso, madreperla, bosso ecc. basta usare un legno bianco duro dal diametro giusto e bloccato con un po’ di colla in un foro poco profondo al centro del manico. Sono generalmente cinque e sono posti sul secondo, quinto, settimo, decimo e dodicesimo tasto.
Il capotasto è in legno duro od osso e determina la posizione e l’altezza delle corde.
La distanza fra corda e corda al capotasto sarà di 12 mm. si segnerà quella centrale e poi le laterali, come per tutti gli strumenti con corde dispari.
Dopo il capotasto la corda verrà fissata al pirolo nel modo seguente, così non si allenterà con la tensione.

Abbiamo prima accennato del ponticello, esso non sarà fissato sulla tavola armonica ma solo tenuto in posizione dalle corde tese: la sua lunghezza sarà 100 mm. l’altezza verrà determinata dalle corde e lo spessore sarà di 5 mm. che alla sommità saranno 3 per effetto di un leggero assottigliamento. La forma si vede dal disegno e le corde alloggiate in tre nicchie eseguite sul ponticello saranno distanti 15 mm. tra loro: anche in questo caso prima si segna la centrale e poi le laterali. Se il bordo della cassa tende a venire segnato dalle corde in tensione ponete sotto di esse dei piccoli cuscinetti ovali di cuoio sottile; il bordo non si rovinerà e l’accordatura sarà stabile.
Il disegno mostra inoltre la posizione dei bottoni che ancorano le corde alla sommità della fascia dello strumento.
L’assemblaggio dello strumento sarà eseguito con colla forte da falegname, ma data la poca tensione delle corde andrà bene anche della poliacetovinilica con resistenza di incollaggio maggiore della tenuta del legno.
Una volta assemblato e calibrato verranno tolte le corde, i piroli, il ponticello ed i bottoni per la verniciatura che sarà eseguita con vernice non penetrante e trasparente; l’ideale sarebbe la lucidatura con gommalacca che ingiallisce appena lo strumento, ma la balalaika non è esigente e si può dare uno strato leggero di qualche prodotto reperibile in commercio, basta che abbia le caratteristiche sopraccitate. Importante è che prima di dare una mano di vernice ci si deve accertare che la precedente sia ben asciutta. Tutte le operazioni di calibratura, modifiche, aggiustamenti o altro devono essere eseguiti prima della lucidatura. La tastiera che non deve essere verniciata verrà ricoperta con carta adesiva per impedire che possa essere macchiata di vernice.
Completata l’operazione e riaccordato lo strumento vi accorgerete che il suono non è sostanzialmente cambiato; la balalaika come già detto non ha molte esigenze, la verniciatura la rende però più bella e protetta dagli agenti esterni.
Esistono naturalmente strumenti più completi con la tastiera che si prolunga sino alla buca, che hanno un’estensione maggiore verso l’acuto; Nelle illustrazioni si possono vedere. La balalaika descritta può essere considerata un modello base, gli strumenti pregiati sono ben più rifiniti. Possono essere decorati, avere una placca di legno duro per proteggere la tavola armonica dai colpi del plettro o delle dita. Avere la cassa contornata da un filetto di bordatura che oltre a nascondere il bordo della tavola e del fondo funge da decorazione sobria ed elegante. La paletta invece di essere a spatola può avere forme diverse e complesse ( quella dei cavalli è un esempio) e può essere munita di meccaniche. La buca stessa a volte reca motivi ad intarsio.


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La costruzione di un modello base come questo della terza immagine, da me costruito anni fa interamente in compensato di mogano comunque è ben più semplice e può essere alla portata di chiunque abbia un minimo di dimestichezza con il legno e un po’ di creatività.
Per le nozioni musicali e la tecnica esecutiva segnalo i due metodi già citati che saranno di valido aiuto:
Metodo elementare per balalaika: Mauro Storti – ed. Carisch S.p.A. (in italiano).
Méthode de balalaika chromatique: Edouard Jacovacci – éditions Paul Beuscher – Arpège. (in francese).
Per sentire la voce dello strumento si deve ricorrere ad incisioni discografiche; purtroppo i concerti in televisione o dal vivo sono sempre più rari, specialmente per quanto riguarda gli strumenti acustici.

Cordialità - Pietro -

Al tema segue la discussione:


1 - fabiodm
Pietro non male come post in pratica ci hai descritto in totum come si costruisce una balaika.
Credo che sia proprio il lavoro ideale e puo servire da esperienza per poi costruire una chitarra.


2 - nero
il numero 17,817 per calcolare la proporzione dei tasti è un numero universale? vale per tutti gli strumenti a corda tastata?


3 - fabiodm
Si Nero per quel che ne so io vale per tutti gli strumenti a corda ,molti arrotondano a 18 per compensare il tiraggio almeno nelle ghironde, ma non so se sia il caso della balalaika o delle chitarre in genere dove la corda viene strozzata sul tasto.


4 - Vento d'Oriente
Io uso fare i calcoli per le distanze dei tasti tramite la radice 12a di 2.
Se mi suggerite come fare, metto sul forum una tabella in excel che mi sono complilato: basta inserire la lunghezza del diapason e in automatico saltano fuori tutte le misure che servono. E' spartana, semplice, ma funziona!


5 - nero
voglio provare a costruirela balalaika....è un'eresia se ho sottomano dell'abete per il manico?potrebe non tenere?


6 - luciano
non sono un esperto di balalaike, però temo di si! per il manico dovrebbe andare bene del legno piuttosto duro e stabile: acero ad esempio, oppure faggio, pero.... magari in 2 o 3 pezzi incollati come su molte chitarre...
per altri strumenti si usano anche legni relativamente piu teneri (ad esempio il tiglio o il pioppo o il pino, v. sezione sul liuto), però poi devi fare l'impiallacciatura con un legno piu duro.


7 - nero
ho trovato del roco (credo si scriva così)...il falegname dice che è abbastanza buono...


8 - Pietro
Lo strumento non ha grandi esigenze e nemmeno forti tensioni. Io propendo comunque sempre per un manico in un pezzo unico di un legno scelto tra quelli indicati nel post, o almeno di simili caratteristiche. Un profilato di simili dimensioni si trova da qualsiasi falegname con facilità (vanno bene anche il noce ed il rovere) e ci mette poco a segarlo e a piallarlo in piano. Per la tastiera se usate la suddivisione esposta non ci saranno sorprese: le due balalaike in mio possesso hanno le stesse misure e una è stata costruita a Mosca nel 1982.
Perchè rischiare con altre metodologie pur se valide.


9 - bardemau
Volendo costruire una balalaica, ho trovato molto utili tutte le informazioni offerte da Pietro.
Mi chiedevo però una cosa. La proposta di usare compensato è un ripiego o è proprio ciò che viene usato abitualmente. In tal caso perchè non è importante in questo strumento utilizzare legno vero e proprio e abete rosso per il piano armonico come avviene per quasi tuti gli strumenti a corde?


10 - Pietro
Penso che con legno massicio suoni meglio ma non ho mai provato a costruirne. Tutte quelle che ho visto comunque erano tutte in legno compensato; posto comunque qualche indicazione per saperne di più.

http://www.musikalia.it/it/italiano.htm

Come si vede questa ditta usa per entrambe il compensato, cosa che non fa per gli altri strumenti in catalogo.
Confrontando la balalaika a fondo piatto e in compensato che avevo a suo tempo costruito comunque non ho trovato molta differenza nè come potenza e nè come qualità sonora con le altre che ho avuto occasione di provare.


11 - mystral1320
Ciao Vento d'Oriente. I due sistemi di calcolo si equivalgono. Li ho già testati io da tempo con fogli excel. Ossia gli scarti che si ottengono per i vari frets tra il sistema a costante (1.059463094) ed il sistema del del 17,8, sono dell'ordine del millesimo di mm o al massimo un paio di centesimi di mm, cosa che non influisce più di tanto.
In ogni caso dipende da come imposti il foglio, ma se lo imposti con due celle di input, una dove inserisci il diapason dello strumento e l'altra dove inserisci la costante e sotto o a lato la tabella che ti restituisce i tasti, non é comunque un problema. Essendo sia la costante che il 17,8 dei numeri, in quella cella devi solo sostituire i due valori e la tabella automaticamente ti restituirà quel tipo di divisione.....

Se può essere utile, molti anni fa, avevo comperato in occasione di una vacanza là, una balalaika fatta a semilavorato in Romania. Si trattava di strumenti rifiniti a mano e fatti con mateiale discreto.
Manico e paletta di quegli strumenti "del regime", visto che erano aziende di stato che le producevano, di regola fatti con acero ma soprattutto faggio oppure mogano, così como lo sono le doghe e la tavoletta piatta e messa in obliquo che chiude la cassa in fondo. La tavola, nel mio caso, é abete rosso o qualche varietà molto simile a quella. mentre la tastiera é fatta con un legno simile al legno serpentone (che sicuramente originale non é), quindi molto duro.
Anche la mia montava 3 corde, che so in alcuni casi essere accordate in RE - LA - RE oppure RE - LA - MI oltre all'accordatura citata da Pietro.


12 - Pietro
Leggo solo ora l'ultimo messaggio e ne approfitto per dare qualche integrazione sulle accordature:
Tutti i modelli più acuti hanno le due corde basse accordate uguali mentre solo i due modelli più bassi hanno le tre corde accordate tutte per quarta.
Tuttavia qualcuno c'è che accorda con tre suoni diversi anche i modelli più acuti, soprattutto la prima, ottenendo una maggiore estensione ma sacrificando la tipica sonorità della balalaika.
Tali accordature con intervalli di quarta sulle tre corde sono tipiche della domra (strumento tipico russo a cassa concava dalla quale discende la balalaika stessa) e forse per questo sono talvolta copiate per ottenere più note per la musica prettamente solistica tralasciando la tipica tecnica a bordone mobile che prevede appunto la due corde più basse all'unisuono.


13 - vagabondue
Ciao a tutti. Vorrei sapere in base a quale criterio si stabilisce se la balalaika è alta o bassa ecc. Grazie.


14 - mystral1320
Dalla lunghezza del diapason (lunghezza della corda vibrante, tesa tra ponticello e capotasto) ed anche dal calibro delle corde che aumenta, tendenzialmente, all'aumentare del diapason stesso.


15 - Rada
Vedendo le ultime discussioni a riguardo della balalaika, cercando su youtube ho trovato questi interessanti filmati di virtuosi che mostrano le immense capacità di questo strumento con sole tre corde (delle quali due accordate con la stessa nota) ...

http://it.youtube.com/watch?v=Hh9-D6W3Sy4

http://it.youtube.com/watch?v=98iDMXnjORY

Per Fabio: ora che sei balalaika munito e conoscendo le tue buoni doti musicali, il secondo brano fa al caso tuo.
Per Nero che vuole costruire l'intera famiglia, in questo filmato troverai anche la contrabassa che è la più grande della famiglia.

http://it.youtube.com/watch?v=Jg5kpVTpl5Y


16 - nero
quello che suona vestito da soldato è veramente uno spettacolo!!
Comunque ho acquistato un paio di metodi per suonare la balalaika e devo dire che non è semplicissimo....soprattutto il tremolo!!! però il suono mi piace un sacco...


17 - Pietro
Se uno dei due metodi è il - Metodo elementare per balalaika di Mauro Storti, ed. Carisch - non si può dire che sia complicato. Il libricino è un A B C dello strumento e con l'esposizione in intavolatura va bene anche a chi non conosce la musica. Devo però dire che per quello che riguarda la mano destra le indicazioni vanno bene per le corde in Nylon o in budello, con le metalliche inizialmente c'è da spaccarsi le dita, si può comunque usare anche il plettro che ti risolve alla grande il problema del tremolo. Considera che, come tutti gli strumenti, anche la balalaika per andare oltre ai semplici motivetti iniziali richiede studio e applicazione. Per quel che mi riguarda, arrivare ai livelli dei musicisti dei filmati che fanno miracoli su quelle sole tre corde è pura utopia.


18 - nero
sono d'accordo con te pietro...,tra l'altro una signora russa mi ha svelato che in molti cd nei quali si sente quel bellissimo tremolo squillante e simmetrico caratteristico della balalaika è in realtà ottenuto con una domra,strumento affine ma che viene suonato sovente col plettro...hai voglia ad usare l'indice!!
riguardo ai libri,uno dei due metodi è quello di Storti,utilissimo anche per chi non conosce la musica;
l'altro è in spagnolo (ma facilmente comprensibile)
Demidoff -método de balalaika- ediciòn iberica
che ha un approccio diciamo più musicale...assomiglia molto ai metodi per chitarra di Sagreras,e soprattutto è molto più esaustivo per quanto riguarda la mano destra.


19 - Pietro
Verissimo il discorso della domra (strumento dal quale la balalaika deriva) usato come solista nei dischi e suonato sovente con il plettro; preferito inoltre come strumento per melodie anche perchè tutte le corde sono accordate per quarte aumentandone l'estensione rispetto alla balalaika che ha due corde accordate uguali. Per i metodi di studio, se posso indicartene uno che si presta al plettro è sicuramente il francese - Mèthode de balalaika chromatique - di E. Jacovacci dove al posto del gioco dell'indice il plettro è forse più indicato. La doppia indicazione iniziale su due pentagrammi aiuta molto a capire la tecnica dello strumento e le musiche per balalaika sola o con chitarra e pianoforte sono veramente interessanti e abbordabili. Unico neo è che essendo scritto in francese risulta ostico sul lato tecnico-illustrativo, ostacolo però superabile con un po' di pazienza e determinazione.


20 - nero
grazie pietro...proverò a dare un'occhiata a questo testo..anche se rimango un inguaribile sostenitore del dito nudo!!


21 - Pietro
La balalaika, come abbiamo visto è in varie taglie. Anni fa in un negozio di dischi di Verona una di queste era in mostra sopra a uno scaffale e secondo il proprietario del negozio e di un suo cliente di origine russa si trattava di uno strumento tenore e una sua accordatura corretta poteva essere Mi - Mi - La: una ottava sotto allo strumento solista che noi tutti conosciamo. Inoltre con tale montatura di corde si poteva suonare facilmente in quanto le note erano simili all'altra. Ho annotato su un foglio di carta le misure e le ho confrontate con quelle dello strumento più piccolo, avevo in programma la costruzione ma siccome non ne ho mai avuto il tempo...
La costruzione si può fare usando il compensato e seguendo i dettami dell'altra: basandoci sul diapason che è di 570 mm tutte le altre misure si possono ricavare. Le corde (ancora presenti sullo strumento) erano due Re ricoperti per chitarra per i due Mi e un Sol ricoperto sempre di chitarra per il La. Tutte le corde erano per chitarra moderna in metallo. Non ho avuto la possibilità di accordare lo strumento e di suonarlo, ma il signore russo cliente del negozio mi ha assicurato che è molto suggestivo e se pur meno brillante dello strumento acuto si presta maggiormente alle serenate e all'accompagnamento della voce. Ha inoltre aggiunto che in Russia chi lo suona trova la "morosa" con più facilità.
Io il suono delle balalaike lo sento solo attraverso dei dischi e in orchestra la tessitura di questo strumento corrisponde circa alla nostra mandola, strumento tenore della famiglia dei mandolini.

Ancora una volta vorrei richiamare i Mass Media sulla mancanza di cultura musicale che ormai nel nostro paese si è cronicizzata e che loro per primi non danno segno alcuno di inversione di tendenza. Il grande Uto Ughi recentemente in una intervista deplorava che per sentire qualche raro concerto o vedere qualche spezzone di documentario sulla liuteria bisogna seguire la televisione alle tre di notte.
- Pazzesco -


22 - nero
E' proprio quella che voglio costruire....detta anche "Balalaika Secunda"....
se riesco man mano posto qualche foto..


23 - Pietro
Qualche precisazione prima che Nero inizi la costruzione.
Ho visionato attentamente i dati sulle balalaike e lo strumento che ho postato è denominata balalaika alto (corrispondono le misure e l'accordatura) mentre la secunda è uno strumento intermedio accordato LA - LA - Re. Ho inoltre appreso che oltre ad una certa variabilità nelle misure, cosa comune comunque anche ad altri strumenti, anche i nomi variano, in altre fonti sono riportate le seguenti diciture: Prima balalaika - balalaika contralto - balalaika tenore - balalaika bassa - balalaika contrabassa. Le variazioni sono per gli strumenti più alti. Le accordature sono le stesse ma varia il materiale delle corde che nelle mie fonti sono solo in metallo nudo o ricoperto.
Posso a questo punto chiedere se tu hai intenzione di mettere in cantiere tutta la famiglia delle balalaike al completo
Sarebbe fantastico.


24 - nero
....colpito e affondato.....
è proprio questa la mia intenzione....
....e siccome penso sempre in avanti la mia idea era questa...finisco la famiglia delle balalaike,e poi comincio a fare una seconda famiglia... (qui è la vera sfida)non a fondo piatto,ma con il fondo bombato come l'originale!!!!
sono matto? probabilmente si e ne sono contento..


25 - Manu
Se hai spazio in abbondanza per ospitare due famiglie complete non vedo problemi !


26 - fabiodm
Breve descrizione costruttiva della balalaika di Pietro
http://www.box.net/shared/0kp40xs777


27 - Pietro
La vedo solo ora
Grazie Fabio, questa tua stesura dei miei dati completi sia come storia che come tecnica costruttiva spero sia utile agli utenti e non del forum per iniziarne la costruzione. A mio modesto parere la balalaika si può annoverare tra gli strumenti base da cui partire per decollare verso strumenti più complessi come ad esempio la chitarra.

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Come sempre per chi lo desidera c'è la possibilità di integrare l'argomento.

Cordialità - Pietro -


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