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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Restauro chitarra Miroglio
MessaggioInviato: 16/08/2014, 13:03 
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Iscritto il: 20/06/2014, 19:21
Messaggi: 348
Località: Verona
Pietro

Oggetto: Restauro chitarra Miroglio

Interessante strumento costruito presumibilmente alla fine degli anni cinquanta o nei primi anni sessanta dalla premiata ditta Miroglio di Catania. La sua categoria è da collocarsi nella fascia media perché pur avendo le fasce e il fondo in compensato possiede un buon manico e una tavola armonica in abete massiccio in due parti unite al centro. L’incatenatura è di tipo trasversale e l’ultima catena è collocata poco prima del ponticello fisso determinando una particolare diffusione acustica applicata anche nel violino fra anima e ponticello.


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miroglio 1 (640x480).jpg [152.71 KiB]
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La chitarra si presentava in forte stato di degrado e il legno risultava impregnato dall’umidità. Le corde rimaste in tensione hanno provocato lo scollamento parziale del fondo, crepe nelle catene, storto il manico e deformato l’intero strumento. Mancava inoltre un tasto in posizione intermedia della tastiera e all’interno della cassa armonica vari tipi di colla (tre) usata per l’incollaggio denotano riparazioni svolte in precedenza. lo strato attaccaticcio venuto a galla durante la pulitura dello strumento è sicuramente causa di pulizie eseguite in passato con prodotti oleosi ( olio di lino, vaselline od altro) come si usava tra l’altro in casa per i mobili.


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miroglio 2 (640x421).jpg [153.41 KiB]
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Lo strumento è stato completamente aperto, l’incatenatura totalmente ricostruita, rinforzato tutte le giunture e la deformazione generalizzata è così rientrata. Considerato che le varie componenti non combaciavano perfettamente è stata usata una colla di liuteria a base poliuretanica per le specifiche caratteristiche di adesività e di riempimento degli spazi mancanti senza penalizzare l’acustica e la sonorità a lavoro finito. Il manico è stato per quanto possibile in una fase unica raddrizzato e ripristinato il tasto mancante. Una pulizia generalizzata e una mano leggera di polish leggermente abrasivo e lucidante dato a tampone su l’intera superfice dello strumento con particolare riguardo alla cassa armonica ha completato il lavoro. Le corde usate sono del tipo extra light della ditta D’Addario: in Nickel Wound le acute e ricoperte in Silver plate le basse.
Il suono dello strumento finito risulta di buona qualità con una buona potenza pur con corde a bassa tensione. La gamma sonora è molto ricca è spazia dal suono secco e tagliente in zona ponticello fisso alla morbidezza di timbro della zona inizio tastiera; ben equilibrato pure il suono ottenuto all’inizio della buca che alla fine è la zona più abitualmente usata.


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miroglio 3 (337x640).jpg [127.59 KiB]
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Lo strumento è stato così consegnato, ma per un lavoro completo occorrevano altri interventi: sostituzione delle meccaniche perché usurate, raddrizzatura completa del manico e calibratura tastiera, ulteriore pulitura e ritocco vernice esistente senza sostituirla per non penalizzare la sonorità. Per il committente al momento è stato sufficiente l’intervento eseguito che ha comunque salvato lo strumento preservandolo per il futuro.

Cordialità - Pietro -


Al tema segue la discussione:

1 - Manu
Interessante l'incatenatura della tavola armonica, quella del fondo però non si vede bene.

2 - Pietro
In effetti l'incatenatura della tavola concepita in questo modo adesso non si usa quasi più. Per il fondo c'erano le usuali tre catene.

3 - fabiodm
Però ne ai fatto del lavoro però .
Fammi capire per aprire la chitarra l'hai tagliata a metà mi sembra di vedere dalle foto?
E poi quando l'hai ricomposta l'hai ri incollata cosi come era o ci hai messo un filetto ?
Il manico come si raddrizza.

4 - Pietro
Per aprire una chitarra si intende rimuovere il fondo che nel nostro caso era già parzialmante scollato.
A restauro ultimato lo strumento si chiude incollando il fondo senza filetti o accessori vari, operazione che richiede molta accortezza.
Per il manico la faccenda è più complessa in quanto bisogna bagnare la superficie concava e asciugare quella convessa. Si chiude in uno stampo e si aspetta che il trattamento sia completo. Naturalmente bisogna scaldare poco per non bruciare la vernice. La procedura va ripetuta più volte specialmente nei casi disperati.

5 - fabiodm
Interessante ! ma il stampo per il manico come lo hai fatto di legno ?

6 - Pietro
Sarò breve in quanto il mio stampo per raddrzzare il manico della chitarra è autocostruito. Consiste in due profilati di legno: uno è ricoperto di feltro in modo da impregnato d'acqua e l'altro contiene una resistenza elettrica a basso calore per riscaldarlo. Il tutto è per il momento abbastanza rudimentale e io stesso trovo strano che funzioni.

7 - Roberto
Salve a tutti, qualche mese fa ho comperato in una bancarella un vecchio e molto malconcio mandolino, 4 coppie di corde, riportante sulla tavola armonica un timbro a fuoco di forma ovale con scritto V. MIROGLIO CATANIA e all'interno un'etichetta di carta con il nome di un negozio di strumenti musicali viennese. La mia intenzione è di restaurarlo e permettergli di suonare ancora ma nel frattempo mi piacerebbe conoscere qualcosa sulle sue origini. Ho fatto una breve ricerca nel web e ho trovato foto di un mandolino di Vincenzo Miroglio (Catania 1900-1950)molto assomigliante al mio, qualcuno può darmi indicazioni su questo liutaio? Ha qualche legame con l'attuale Gaetano Miroglio? Mi rendo conto che delle foto sarebbero utili, provvederò al più presto. Grazie...

8 - fabiodm
Io Roberto non ti so dire nulla di più di quello che tu già sai, comunque sia vale proprio la pena di farlo resuscitare avrà minimo 50 anni.

9 - porthos
La ditta Vincenzo Miroglio si costituì nel 1908 a Catania e continuò l'attività (costituita nel 1862) del padre Giuseppe. Subentrando, i figli e i nipoti (l'ultimo è Gaetano, classe 1934, non più attivo) hanno tenuto in vita l'azienda fino a pochi anni fa.
L'azienda fino agli anni 70 era molto attiva commercialmente, lavorando sostanzialmente per il Nord Italia e per l'estero, come decine e decine di altre fabbriche catanesi di liuteria (semi)artigianale.
Alla produzione in serie, tutte queste ditte affiancavano quella di un minor numero di pezzi di qualità migliore (più dal punto di vista estetico che da quello sonoro).
Da tener presente che queste aziende, nel periodo più florido, lavoravano in simbiosi con un vivace indotto che forniva materie prime, semilavorati (casse, manici, intarsi) e servizi (segheria, verniciatura). Quindi è probabilmente attribuibile alla ditta Miroglio la sola tavola armonica e l'assemblaggio.
Quanto al restauro, è sempre un lavoraccio: apertura, poi la cassa, il manico (che è piegato) e infine tavola catene e riassemblaggio.

10 - Roberto
Porthos, grazie per le informazioni sulla Ditta Miroglio, non sono ancora attrezzato ma comunque troverò il tempo per iniziare il restauro.

11 - Pietro
Sempre con calma e tempo permettendo. Il restauro di uno strumento musicale non è come quello di un mobile anche perché alla fine deve suonare. Su questo ha ragione Porthos, tra l'altro non sono poi molti i liutai che si cimentano in questo campo anche perché spesso non ne vale la pena.

12 - Manu
Hai poi saputo più nulla della chitarra?

13 - Pietro
Ho avuto occasione di parlare dopo tanto tempo con il proprietario della Miroglio (per la precisione è una chitarra di Giuseppe Miroglio e figli) e sono rimasto contento in quanto la chitarra viene suonata e non ha più avuto bisogno di interventi come io temevo per il manico; sembra che anche le meccaniche non abbiano mai fatto cilecca... e dire che le avevo solo pulite consigliandone il cambio alla prima occasione...
Una cosa è certa: che lo strumento viene trattato bene.

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Se ci sono ancora integrazioni saranno naturalmente gradite.

Cordialità - Pietro -


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