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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Restauro chitarra Monzino
MessaggioInviato: 26/06/2014, 16:00 
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Iscritto il: 20/06/2014, 19:21
Messaggi: 348
Località: Verona
Pietro


Oggetto: Restauro chitarra Monzino.


La premiata ditta Monzino di Milano ha da tempo chiuso i battenti ma i suoi strumenti rimangono.
Invito a vedere questa segnalazione dove si vede la creatività della ditta e dei suoi collaboratori:
http://www.fondazioneacmonzino.it/
Ho avuto recentemente l'occasione di riparare una chitarra Monzino veramente malridotta e piena di crepe che più che di riparazione è più corretto usare il termine di restauro.

Allegato:
PICT2618 (622x480).jpg [195.91 KiB]
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Lo strumento anche se porta il nome di: " Spagna" per via dell'incatenatura a ventaglio è concepito per corde in metallo da come si vede dalle meccaniche e dalla barretta subito dopo al capotasto.
Le meccaniche non è stato possibile sostituirle perchè introvabili e di misura veramente inconsueta; ho proceduto alla revisione completa fortunatamente andata a buon fine.
La colla usata per le catene scollate e tutto il resto è naturalmente quella a caldo anche se la chitarra aveva riparazioni precedenti eseguite con altri collanti.
Una volta aperto lo strumento ho provveduto oltre ai reincollaggi a mettere dei rinforzi agli stessi in nastro di lino per non appesantire troppo le tavole e le fasce.
A lavoro finito e dopo una bella pulizia per eliminare i residui di colla e le tracce delle precedenti riparazioni di incollatura tavola - fasce - fondo ho richiuso lo strumento.

Allegato:
PICT2596 (480x563).jpg [176.58 KiB]
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Arduo è stato pure il ritocco alla verniciatura che, anche qui per i precedenti interventi, mi ha messo in difficoltà tanto da farmi tentare dall'idea di riverniciare il tutto completamente, cosa altamente contraria ai miei principi.

Allegato:
PICT2623 (640x383).jpg [148.31 KiB]
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Alla fine il lavoro non mi è venuto male e la chitarra richiama un po' quelle vecchie signore che pur con i segni evidenti del tempo portano quel fascino e quella nobiltà che l'aspetto vissuto non cancella.
Il suono risulta chiaro e forte su tutte le corde e il timbro denota uno studio costruttivo semi industriale e un'evidente messa a punto manuale d'altri tempi come i materiali usati dove non c'è nessun compensato ma solo tavole in legno massiccio.
Altra caratteristica costruttiva è l'incurvatura del fondo e della tavola armonica che aumenta la resistenza alla tensione e meglio risponde alla sollecitazione sonora.
La chitarra è stata costruita nel 1958 e la casa Monzino stava per concludere il suo cammino dopo decenni di splendida creatività.

Cordialità - Pietro -


Al tema segue la discussione:


1 - merigus
Complimenti, mi piace il tuo modo delicato nel restaurare. L'incatenatura della reggiera cosi vicina alla catena sotto la buca richiama molto il metodo vecchio degli spagnoli prima di Torres come Panormo.
Un saluto da Roby

2 - Pietro
Ringrazio merigus per la benevolenza.
Per l'incatenatura anche nei miei dati risulta modello Louis Panormo (operava a Londra ma era menbro di una famiglia di liutai di origine siciliana, il padre Vincenzo era nato in Sicilia e fece il suo apprendistato in Italia e il fratello Joseph collaborò con Sor) e quando ho consegnato lo strumento ho unito una piccola documentazione del lavoro fatto e tra i dati ho inserito l'incatenatura Panormo in modo che si vedesse la similitudine con quella visibile nelle immagine dello strumento aperto.
Una piccola curiosità: lo strumento è considerato un po' una reliquia in quanto è stata donata dal fondatore dell'Opus Dei Josemarìa Escrìvà de Balaguer a un istituto religioso nazionale.

3 - paolo rinaldi
complimenti Pietro! molto interessante il tuo approccio al restauro.

4 - mystral1320
Beh, caro Pietro, non posso che associarmi ai complimenti già esternati da altri.
Se non ricordo male, nel passato (ora come ora non saprei indicarti una data precisa), é esistito un Vincenzo Panormo che si suppone diede vita alla scuola di liuteria siciliana. Probabilmente alunno di qualche allievo diretto di Stradivari.
Quanto alla Monzino, ho avuto modo di conoscerne dei discendenti in passato. Risiedono da molti anni qui in Ticino.
Un nipote mi disse che il nonno voleva dare un'impronta personale alla produzione dei suoi strumenti, da qui a volte le difficoltà di reperire utensileria come le meccaniche, che, appunto, venivano fatte costruire appositamente con loro formato particolare.
Io mi sono trovato confrontato con lo stesso problema quando restaurai un mandolino di Monzino. Identico problema, le dimensioni particolari delle meccaniche, introvabili da nessuna parte e, per di più ad incasso nella paletta. Si trattava di una sorta di scatoletta metallica che conteneva gli ingranaggi.
Con il conesno del cliente (che lo voleva utilizzare in quanto mandolinista) dovetti rifare la paletta, visto che togliendo le meccaniche, rimanevano dei solchi enormi che la indebolivano e la rendevano inutilizzabile.
Fu impossibile anche a procedere con un rempimento degli scassi, visto che l'anima della paletta era di abete e le meccaniche stravecchie e arrugginite avevano intaccato e reso mezzo marcio il legno attorno ad esse.
Da ciò che mi raccontò il nipote, pare, che il Monzino volesse sommariamente ripercorrere gli stessi stili di Maccaferri, non nel senso di riprodurre le stesse cose, ma per lo stile inventivo proprio.
Si trovano degli strumenti di Monzino più che discreti, ma (professionalmente parlando) quando capitano a tiro diventano dei veri grattacapi, nel senso che generano dei costi elevati per le riparazioni e soprattutto nel tentativo di scovare materiali di ricambio idonei.
Ovviamente, nel tuo caso, tale discorso non ha scopo, essendo che lo fai per passione (e si vede quanta ce ne metti!!! )... Ancora complimentoni.

5 - giacomo.guadagna
Ridare vita ad uno strumento ha sempre la sua magia, complimenti per il lavoro svolto.

6 - Pietro
Ringrazio tutti per la benevolenza.
Volevo aggiungere qualcosina sul restauro che è veramente affascinante anche se molto spesso è una sfida con se stessi per i motivi che Mystrall elencava.
Molti liutai certi strumenti non li riparano appunto per questo.
Quelli che arrivano a me fanno parte solitamente di questa categoria e quasi sempre conosco bene il proprietario che non vorrebbe dare il De Profundis a uno strumento che magari gli è caro.
Ci vuole tanta pazienza, ma alla fine quando si sente il suono la gratificazione è enorme.

7 - MAXLUCCA
complimenti davvero Pietro, proprio un bellissimo lavoro E sono d'accordo con te che il restauro di uno strumento antico o anche solo vecchio può essere fonte di grandissime soddisfazioni, senza contare tutto quello che si può imparare (qui parlo per me soprattutto eh!) sia per il rilievo di errori commessi da altri quanto per invece le astuzie che si possono carpire nel lavoro altrui!


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Naturalmente altre opinioni o ulteriori integrazioni sono estremamente gradite.

Cordialità - Pietro -


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