Liuteriaitalia

Forum dedicato alla Liuteria amatoriale,per chi ama costruire uno strumento da sè e suonarlo
Oggi è 28/03/2024, 11:39

Tutti gli orari sono UTC


Regole del forum


Clicca per leggere le regole del forum



Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 1 messaggio ] 
Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: La chitarra decacorde di Pietro
MessaggioInviato: 27/12/2015, 16:32 
Non connesso

Iscritto il: 20/06/2014, 19:21
Messaggi: 348
Località: Verona
Pietro

Oggetto: La chitarra decacorde di Pietro.

Cari amici, ho più volte menzionato la chitarra a dieci corde che da tempo avevo intenzione di costruire, adesso che sarebbe il momento di postare qualcosa per concretizzare il tutto mi trovo a dover combattere contro le moderne tecnologie che mi remano contro pur avendo da poco cambiato questo orrendo marchingegno che molti chiamano affettuosamente computer.
Non mi riesce di postare le immagini direttamente, questo da un giorno all'altro.
Non mi vengono i collegamenti.
Pure Word rifiuta di collaborare (da questo anche il mio mancato tutorial sul mandolino e mandola sistema Secchi).
Non male... direte voi...
Lascia perdere...
Mal comune ecc. ecc...
Voglio invece provare, accada quel che accada, Pietro non vuole fare la figura di quei (troppi) politici che promettono sempre e non mantengono mai. Se siete pronti... parto allo sbaraglio per descrivere la decacorde.
Prima di tutto ho scelto l'accordatura barocca, tanto al limite per cambiare le corde c'è sempre tempo, ma questa (al di la del nome) ricalca la iper collaudata accordatura del liuto rinascimentale a dieci cori, quindi una sicura base di partenza; tra l'altro pure Yepes era partito con questa e il primo esemplare dello strumento era una Ramirez III che Segovia rifiutò in toto e che lo stesso Yepes elaborò in via definitiva con Ramirez stesso.

Allegato:
deca 1 copia.jpg [165.41 KiB]
Scaricato 4912 volte



La mia elaborazione è comunque sull'incatenatura che, almeno nelle mie intenzioni, dovrebbe portare le vibrazioni su tutta la superfice della tavola armonica.
I "raggi rossi" sono quelli citati in precedenza da Salvatore Catania e rappresentano la mia incatenatura studiata appositamente per lo strumento.
Pe le essenze ho scelto l'abete della Val di Fiemme per la tavola armonica, mogano per il fondo e le fasce mentre la tastiera sarà in ebano.
La costruzione non differisce dalle altre chitarre classiche, solo il manico (oltre logicamente al ponticello) logicamente sarà più largo per permettere che tutte le dieci corde trovino spazio tastabile; per la costruzione ho scelto il sistema composito in quanto non saprei se un pezzo unico senza rinforzo possa tenere il tutto.
Alla prossima, sperando nel frattempo di sistemare l'infernale marchingegno chiamato da molti affettuosamente computer.


Cordialità - Pietro -

Al tema segue la discussione.

1 - salvatore catania
Neanch'io sono un mago del computer ma sarà il server del forum ad avere problemi; è l'unico posto in cui è lentissimo.
Venendo al merito della decacorde: non ho molta esperienza, avendone costruito solo due. In entrambe ho usato un bel mogano stagionato per fare il manico, spaccato a metà e reincollato con fibre invertite e con un abbondante rinforzo centrale in ebano. Considerato che il tiraggio di 10 corde per classica sarà di circa 70 kg, la maggiore larghezza del manico, necessaria per contenere le corde e soprattutto la tastiera più larga dovrebbe rendere il tutto molto resistente, e d'altra parte anche 6 corde acustiche tirano circa 70 kg e vanno su un manico ben più sottile, ma assicuro che i manici delle acustiche che ho fatto (sempre in ottimo mogano, sempre con rinforzo centrale ma senza truss rod) non si son mossi nonostante gli anni. Beh, quello che ricordo delle due decacorde: non ho dato spessori esagerati alla TA (più o meno sono stato sugli spessori delle classiche 6 corde) ma ho scelto incatenature Fleta e Simplicio, i raggi li ho fatti leggermente più alti e ho cercato di stare il più basso possibile col peso del ponte. Se adesso dovessi farne un'altra sceglierei la soluzione delle corde passanti che fa risparmiare il peso del castelletto ma soprattutto stringe la TA a sandwich e annulla praticamente il pericolo che questo, col tiraggio di 10 corde possa scollarsi, oltre a imprimere alla TA un certo movimento torcente.
Beh Pietro, scusa il panegirico, non pretendo affatto di darti consigli e non credo tu ne abbia bisogno, ho solo voluto condividere le mie poche esperienze. Seguirò questo interessante lavoro, convinto che sarà un successo......quando c'è la passione è sempre un successo.


2 - MAXLUCCA
Lavoro molto interessante e anche il sistema dei raggi mi piace molto: io non ho ancora mai osato uscire dai progetti già confezionati se non in piccoli dettagli e sono molto curioso di sapere che effetto farà questa incatenatura: ricordo di aver visto qualcosa di simile nel volumetto "Compagna chitarra" di, se non sbaglio, Cavedon ma ci sono già state altre realizzazioni di questo progetto?
Una domanda: che larghezza userai per il manico? Con dieci corde arrivare a tastare le ultime corde sarà certamente un po' difficoltoso o pensi di usarle prevalentemente a vuoto?


3 - Pietro
La raggera è infatti una mia elaborazione da Compagna chitarra di Cavedon. Non saprei se ha avuto seguiti in quanto nel testo l'autore la considerava sperimentale. In seguito comunque la descriverò meglio e darò tutte le misure.
Per il manico avevo lo stesso intento ma la cosa è solo rinviata per via dei già accennati problemi con il postare le immagini che ho risolto solo parzialmente.
La tastiera comunque è 80 mm al capotasto e 96 mm al dodicesimo tasto quindi le corde sono tutte tastabili fino al dodicesimo tasto poi man mano che si avanza si avranno sempre meno note nelle corde basse.
Ho visto che tutte sono così concepite (nelle immagino che ho postato si vede la forma) e per le misure ho esaminato qualche disegno: anche se c'è qualche millimetro di variante tra i vari modelli in fondo le misure sono quelle che ho adottato.
Per suonare tutte le dieci corde anche in posizioni acute... non saprei se ne sarò all'altezza (sono tutt'altro che uno Yepes) ma nelle musiche per liuto a dieci cori vengono più che altro tastati i primi otto cori e solo nei primi tasti mentre le altre si suonano a vuoto. Comunque vedremo, intanto spero di portare a termine lo strumento senza sorprese.

Caro Salvatore, di consigli purtroppo ne ho più che bisogno, anzi sono benvenuti, specie da chi di decacorde ne ha già costruite, per me questa è la prima.

Dunque... si parlava del manico. La chitarra decacorde come detto non si differenzia dalla normale sei corde se non per il manico più grande e per il ponticello. In commercio normalmente il legno per i manici in mogano sono lunghi circa 700 mm, larghi circa 85 mm e spessi 25 mm. Con essi viene dato un blocchetto sempre di mogano per il tallone. Naturalmente per usare questo materiale bisogna inserire un inserto, io ho così proceduto: taglio a mano con sega a dorso (o da corniciaio che dir si voglia) per il lungo in modo da dividere in due metà esatte il legno, inserzione di un inserto sempre in mogano dallo spessore di 10 mm contornato da due in acero da 3 mm di spessore.
Ne è venuto un insieme così composto: prima metà del manico 42 mm + primo inserto in acero 3 mm +inserto centrale in mogano 10 mm + secondo inserto in acero 3 mm + seconda metà del manico 42 mm - totale 100 mm esatti. La colla utilizzata è naturalmente la colla a caldo, ad incollaggio avvenuto si può incollare a sua volta il blocchetto che diverrà opportunatamente sagomato il tallone.
Eseguita questa operazione bisogna ritagliare la paletta e qui è meglio avere prima le meccaniche in quanto non essendo la decacorde uno strumento di larghissima diffusione ce ne sono di vari passi e talvolta vengono montate meccaniche singole o meccaniche normali per la sei corde tagliate ed assemblate. Il taglio, dopo aver determinato la misura della paletta e tenendo conto del diapason (che nel mio caso è di 650 mm ma può anche essere diverso a secondo delle preferenze) avrà un'inclinazione di 14° e sarà prima segnato con il segna gradi che tutti noi abbiamo utilizzato a scuola e con la squadra zoppa, o regolabile che dir si voglia. Sempre con la sega a dorso si segherà lungo la linea obliqua ottenuta e si incollerà sempre con la colla a caldo. Abbiamo parlato degli attrezzi e degli strumenti di misura, io non ho usato in questo caso nessun attrezzo elettrico ma solo attrezzature manuali e un manico si può benissimo costruire lo stesso senza tanto lavorare e con pochi attrezzi.


4 - MAXLUCCA
....ecco l'attrezzo giusto: il mega seghetto con la costola, confesso non sapevo esistesse di queste dimensioni ed io che ammattisco sempre col taglio della paletta!!!


5 - salvatore catania
Piuttosto Pietro, anche se ancora presto, sicuramente avrai pensato all'accordatura......te lo chiedo in quanto sto costruendo una chitarra arpa esattamente a dieci corde (6 con accordatura classica e 4 bordoni). Di bordoni esistono sia le mute sia i singoli bassi da accordare alla maniera barocca in RE, DO, SI, LA. Stavolta però volevo fare qualcosa di nuovo montando bordoni da tiorba con possibilità di accordature aperte......... Tu come risolverai?


6 - mystral1320
Dal poco che mi ricordo delle teorie sugli strumenti musicali e affini, di solito, sia nel periodo rinascimentale che in quello barocco, quello che era "bordone" era accordato per seconde, partendo a ritroso dalla corda o coro più bassa/o: per cui un seconda sotto il mi basso, ti dà un RE, una seconda sotto il re ti dà un Do, e così via fino ad aver trovato tutti i bordoni previsti. La cosa - pare - avveniva sia per i liuti che per altri generi di strumenti a pizzico, a meno trattarsi di qualcosa di particolare, come avvenuto al tempo dei trovatori oppure per genere popolari locali. Ovviamente mi sto riferendo ad accordature "canoniche" e non casi particolari di strumenti altrettanto particolari, come la viola caipíra. La tiorba o il liuto tiorbato, avevano semplicemente un allungo del cavigliere per permettere lo stesso sistema di accordatura, ma un'ottava o due ottave più in basso in quanto già i cori più gravi avevano nell'esecuzione funzione di basso, per cui occorreva un registro più grave ancora rispetto ai suddetti bassi tastabili. Si sono riscontrate anche delle accordature diverse, ma queste si rivolgono soprattutto a dei generi popolari di musica, come le varie cetre-chitarra o arpe-chitarra di certe zone dell'Austria o della Germania dimostrano.


7 - Pietro
Per la decacorde ho già le corde della Dogal per decacorde con accordatura cosiddetta Barocca, anche se il termine è improprio in quanto in realtà ricalca l'accordatura del liuto rinascimentale a dieci cori.
Tale accordatura in pratica scende dopo le normali sei corde diatonicamente (RE - DO - SI - LA). Per intanto monto queste che non danno sorprese in quanto già iper collaudate per il citato liuto rinascimentale a dieci cori, poi si vedrà.
In passato esistevano le chitarre tiorbate a dieci corde che avevano i quattro bassi volanti fuori manico con la stessa accordatura, conservo ancora delle corde Sonora per tali strumenti, ma tali corde basse erano già predisposte per essere accordate diversamente per sopperire alla carenza timbrica soprattutto nelle note SOL e FA (ne avevamo già comunque parlato per il fatto che tante chitarre come quella che vuoi costruire avevano sei bordoni) e una delle "scordature" più frequenti era appunto quella di abbassare la corda più grave LA in SOL o In FA per avere tali bassi mancanti nella gamma. Altre scordature erano il SIb al posto del SI naturale nella nona corda o il DO# al posto del DO naturale nell'ottava corda, questo dipende dalla tonalità del brano che si ha in esecuzione.
Questo vale naturalmente anche per le chitarre arpa con quattro bordoni (come quella di Riccardo Marasco) che in fondo differiscono dalle chitarre tiorbate solo per la forma della cassa che si prolunga oltre il manico conferendo un suono più corposo specie nel registro basso. Per il resto le accordature aperte si possono fare eccome, non solo per i bordoni ma anche nelle altre sei corde, vedi quella in RE o quella in SOL usate anche per il banjo e per il dobro.


8 - salvatore catania
In realtà c'è da sbizzarrirsi con le accordature possibili. Non vorrei togliere spazio al post dedicato alla costruzione dello strumento di Pietro, dico solo che per la chitarra arpa in costruzione ho già diverse mute delle nuovissime Aquila, sia in nylon che in nylgut, a cui si possono abbinare i 4 bassi Aquila per decacorde, che tra l'altro si vendono sia in set che singole, ma credo che prenderò anche dei bassi per tiorba o arciluito e, quanto sarà il momento di pubblicare il mio lavoro, parleremo del perchè di questa scelta.
Adesso mi taccio e, tra un truciolo e l'altro, seguirò con interesse il progredire di questa tua decacorde.


9 - Pietro
Con le accordature aperte... di questo si parla... appunto dello sbizzarrirsi tutte le accordature possibile: io ho menzionato solo quelle in uso comune per questi strumenti, ma non sono naturalmente le sole.
Per i bassi di tiorba e di arciliuto conta più di tutto il diapason in quanto il materiale di costruzione è lo stesso e varia solo come diametro in base al diapason.
Dimenticavo prima di dire che una variante molto usata nelle chitarre arpa era il settaggio con le sei corde in metallo nudo e ricoperto e i bordoni in seta ricoperta (da tener presente che le corde in nylon sono nate dopo la guerra da Albert Augustine con la collaborazione di Segovia che era stato molto in pena per le corde in budello durante il conflitto mondiale) questo conferiva un suono squillante alle sei corde usuali e un suono più corposo anche se allo stesso tempo rotondo e morbido per i bordoni.
Da questo si deduce che ogni esperimento in tal senso è sia filologico che più che legittimo in uno strumento che è più che aperto a svariate varianti. Per il" togliere spazio" al post sulla decacorde... vai tranquillo che se sono riuscito al momento a sistemare il discorso delle immagini sfruttando un canale che mai avevo adoperato prima devo dire che sono in alto mare con la scrittura in quanto sto' postando il tutto direttamente mentre prima lo facevo tramite Word e a stesura ultimata con il copia - incolla postavo prima il testo e poi le immagini. Se esce qualche corbelleria prima che riesca a sistemare anche questa anomalia... me ne scuso in anticipo.
Tra l'altro per interventi iper costruttivi e di estremo interesse come questi lo spazio non è mai abbastanza e sono io che seguirò (come sempre) i tuoi lavori che oramai spaziano a tutto campo e in tempi brevissimi... altro che i miei tempi da ere mitologiche.


10 - Sci090
Ormai il manico lo vedo ultimato, quindi credo che non sia possibile fare diversamente. Però credo che una 7 corde sia molto più versatile (Yepes di fatto usava una 7 corde, anche se fisicamente ne aveva a disposizione 10).
7 corde le puoi tastare tutte, dalla 8 in poi le usi solo a vuoto; e allora poi accordare le tre corde in più come vuoi, al limite anche con dei cantini, ma magari li usi in un brano solo... Diverso è se tu decidessi di incordarla come una tiorba, con l'accordatura rientrante dei primi due cori. Allora ti si potrebbe aprire un mondo (e una 11 corde sarebbe anche meglio) nella trascrizione per chitarra moderna di brani per tiorba senza i salti di ottava che la 6 corde ti impone.


11 - Pietro
Quella della decacorde è una cosa che maturavo oramai da decenni e quando qualcosa frulla continuamente per la testa...
Per l'accordatura... quella si può sempre cambiare anche se questa ricalca il liuto a dieci cori rinascimentale, ho persino deciso di spostare stabilmente il SOL in FA# ma sono cose premature, si vedrà in seguito. Conosco anche le altre accordature per decacorde (la Yepes e la mista) che sfruttano le prime corde per la timbrica dello strumento e, naturalmente, anche la tiorba; non rientra nei miei programmi una simile accordatura rientrante ma... mai dire mai... Perché dieci corde e non sette? visto che ci sono... per non farmi mancare niente... meglio abbondare che deficere. Per intanto vedrò di portare a termine lo strumento e sentirne il suono, tutto il resto viene dopo.


12 - Sci090
Allora, visto che metterai la terza in FA# e seguirai il modello del liuto rinascimentale, ti consiglio la muta di corde Hannabach HT 815 in busta blu (secondo me molto migliori rispetto alle Dogal) e come repertorio ti consiglio le 12 sonate di Zamboni, che sfruttano bene tutti i bassi a vuoto disponibili. Essendo per la maggior parte in tonalità diesate, ti consiglierei di mettere la 7.ma in DO#, l'8va in SI, la 9na in LA e la 10ma in SOL# (così tutte le corde sono accordate mezzo tono o un tono al di sotto del normale, e anche la tavola ringrazia.


12 - Pietro
Le corde le ho già ma siccome non saranno eterne... Per il Zamboni sai come la penso e quanta stima abbia per questo artista a torto semidimenticato, ricordi la discussione in un forum molto più blasonato di Liuteriaitalia dove talvolta abbiamo anche qualche scambio di opinioni? Eseguire le sue musiche con la decacorde... sarebbe il massimo... anche se Setras ha detto che no se po' fa.
Per le scordature, quelle ci stanno... eccome.


13 - Sci090
Eh, eh, finisci la decacorde, accordala "alla Zamboni" e spediscila all'ottimo Setras. Così lui ti dice che "se po' ffa", ci registra di nuovo tutte e 12 le sonate e te la vende in un nanosecondo...


14 - Pietro
Quello ne sarebbe sicuramente capacissimo!
Torniamo allo stato attuale delle cose aggiungendo che l'indicazione per il taglio del manico per ricavarne la paletta è presa dalla mano molto più che esperta di Roy Couturnal. Seguono le quote del manico, tenere presente che è previsto per un diapason di 650 mm. e che la paletta è misurata per le meccaniche che ho reperito (da Goth) e che questa si differenzia da quelle delle chitarre a sei corde che è spatola in quanto viceversa nella decacorde si restringe alla sommità.


15 - taylbern
Seguo sempre con interesse e ammirazione.


16 - famar
Molto interessante. Un solo dubbio, mi sembra un po' lunga la paletta da 220 mm, però forse con 5 chiavi ci vuole.


17 - Pietro
In effetti i 220 mm ci vogliono tutti.
Le meccaniche di Goth per decacorde misurano 160 mm e già con queste non avanzo molto pur avendo adottato un disegno molto sobrio. Se invece compongo le meccaniche con quelle normali della sei corde ho un ingombro di ben 190 mm... ben arduo farcele stare.
Idem per le meccaniche singole, a farcene stare cinque sarebbe ben arduo anche in questo caso.

Per il momento sospendo il discorso manico (mi sembra tra l'altro abbastanza ben definito) e della paletta (questa molto meno ma per la sagomatura delle cave per le meccaniche definitiva aspetto di posizionare la tastiera e il capotasto in modo da vedere l'angolatura delle corde e regolarmi in base a queste).
Passiamo quindi alla concezione della tavola armonica che ho elaborato basandomi su vari dati e sulla già citata incatenatura di Cavedon tratta da Compagna chitarra. La mia personale elaborazione è con meno catene di raggera e la loro posizione e orientamento si basa unicamente sul ponte dello strumento e che conserva le due catene "vere e proprie" citate da Cavedon stesso.
Esaminiamo la raggera che, secondo le mie intenzioni dovrebbe essere sufficiente a diffondere le vibrazioni del ponticello su tutta la tavola armonica: cinque raggi di cui quattro piegati a caldo mentre il centrale cade sopra alla giunta della tavola armonica e nella metà giusta del ponte. Il punto di piegatura è sotto l'ossicino che determina il diapason e l'altezza delle corde. I due raggi più lunghi cadono come centro di piegatura sotto alle corde estreme (prima e decima corda) dello strumento e si prolungano nel lobo superiore passando sotto alle due catene principali. I due raggi estremi più corti invece si divergono dalle due estremità del ponte stesso, il sistema non prevede rinforzi o catene di sottoponte che oltre ad appesantire inutilmente il tutto risulterebbero, sempre a mio parere, superflui in quanto il ponte maggiorato della decacorde è già di per se sufficiente a diffondere e a trasmettere queste vibrazioni oltre che a consolidare il sistema. Le angolazioni dei raggi dal ponte al fondo dello strumento convergono tutte al centro del dodicesimo tasto prima di aprirsi e dirigersi verso le direzioni studiate.
Proseguo con la tavola armonica che è in abete della val di Fiemme di spessore costante 2,8 mm su tutta la superfice.
Le catene sopra e sotto alla buca sono alte 14 mm e larghe 7 mm mentre quelle della raggera sono larghe 5 mm e alte 3 mm.
Per lo scanso della rosetta ho utilizzato un attrezzo di mia costruzione che ho già presentato nel forum. Con questo compasso segno i due cerchi e con uno scalpello da legno di larghezza uguale toglierò il legno per una profondità di un millimetro. La rosetta è di quelle comperate e l'incollaggio è con la colla a caldo. La buca verrà aperta il più tardi possibile sempre con il compasso e sarà rinforzata all'interno da un foglio di abete spesso un millimetro che servirà anche durante a lavorazione e l'incollaggio del manico come rinforzo per evitare brute sorprese.


18 - salvatore catania
Mi sembra che proceda benissimo.......anche l'incatenatura mi convince!


19 - Pietro
I lavori avanzano lentamente ma inesorabilmente.
Vediamo ora il fondo che è in mogano spessore 2,5 mm. La giunta del fondo è con un inserto sempre in mogano contornato da due filetti in acero da 1 mm. Le catene sono le tre canoniche alte 14 mm e spesse 7 mm, al centro la giuntura è coperta e consolidata da una striscia di legno di quelle che si trovano comunemente in commercio con la fibra a 90° con quella della tavola. Non mi dilungo sulla procedura di incollaggio in quanto è sempre la stessa e ne abbiamo più volte parlato. Nel frattempo che la colla a caldo lavora si può iniziare ad assemblare lo strumento fissando il manico e il tassello finale alla tavola armonica. Assicurarsi che il tutto sia ben allineato controllando con una riga, anche se la solera dovrebbe bastare da sola la prudenza non è mai troppa. La colla a caldo è vero che è reversibile ma se si può evitare di lavorare inutilmente tanto meglio... se poi basta un controllo in più...


20 - salvatore catania
Bene così e avanti tutta!


21 - famar
Che bel lavoro, e tutto spiegato con chiarezza!


22 - Pietro
Un altro passettino: le fasce. Sono sempre in mogano e il loro spessore è di 1,8 mm. Tenendo conto che alla fine la cassa della chitarra sarà alta 100 mm al fondo e 95 mm al tallone penso che tenendole alte 100 mm e rifilandole dopo non ci siano complicazioni.
Per la piegatura le metto a bagnomaria un paio di ore ed intanto attacco il mio piegafasce autocostruito che avete già imparato a conoscere in altre occasioni: è sempre lo stesso da trent'anni a questa parte e mi ero ripromesso più volte di costruirmene uno di migliore... ma siccome non mi ha mai tradito.. quando è ben caldo sagomo la fascia premendola contro il metallo con fermezza ma non con forza finchè la sento cedere, quando la vedo asciutta vuol dire che la piega è definitiva: naturalmente l'operazione si deve controllare passo passo.
L'incollaggio sempre con colla a caldo curando che i contorni siano rispettati.
Si incollano entrambe e si fissano con dei morsetti finchè la colla lavora, tenere conto che per sicurezza ci vuole circa una ventina di ore, se sembra ancora tenera lasciate ancora fermo il tutto che la fretta è sempre una cattiva consigliera.
Le controfasce preparate le conoscete tutti, si possono fare ma stavolta ho preferito comperarle, si piegano facilmente e si adattano bene alle dolci curve della forma a otto della chitarra. Per fissarle finchè la colla lavora le solite mollette da bucato vanno come sempre più che bene.
Il lavoro prosegue senza intoppi, il tempo in questa stagione è denso di umidità (almeno qui a Verona) ed è meglio andare con calma con gli incollaggi.


23 - Sci090
Umh, mogano per fondo e fasce.
Ottima scelta per me, ma io sono un latinoamericanista... Però nel mondo delle chitarra classica in molti storceranno il naso anzi, direi tutti. E' uno strumento che costruisci per te o hai intenzione di venderlo?


24 - Pietro
No... No... sono tre decenni che penso a questo strumento, poi, non so neppure come suonerà... di conseguenza è e resterà solo per me pregi (si vedrà) e difetti (qualcuno si è già evidenziato). Per il mogano è solo una questione di nostalgia: ricordo ottimi strumenti con le fasce e il fondo in mogano e il loro suono negli anni sessanta che ho ancora nelle orecchie. Forse quando si passa la sessantina si diventa nostalgici...
Per le vendite... che devo dire... da sempre separarmi da uno strumento che ho costruito è sempre stato un evento traumatico e dovuto a cause di forza maggiore. A ben pensarci una strizzatina d'occhio alle esigenze di mercato magari in qualche settore di nicchia poco considerato come le chitarre barocche ...
Ringrazio per la tua approvazione riguardo al mogano (tu sai quanto tengo in considerazione le tue opinioni) e se nel "mondo" delle chitarre classiche qualcuno storcerà il naso... pazienza... in fondo i decacordisti non sono molti e per di più quasi tutti in disaccordo anche tra di loro, peccato perché un simile strumento potrebbe essere maggiormente valorizzato per le molteplici possibilità che può offrire (con o senza l'ombra imponente del grande Yepes).

Proseguo con la chiusura dello strumento e il taglio della buca:
Ho già detto che la buca deve essere tagliata il più tardi possibile, io lo faccio prima di incollare il fondo e uso sempre il compasso che ho già fatto vedere: Perché questo? Se consideriamo che lo spessore della tavola è stato tenuto 2,8 mm e a questo si somma il rinforzo interno di un millimetro abbiamo un totale di 3,8 mm. L'abete è un legno dolce e utilizzando l'attrezzo da ambo i lati la profondità di taglio si dimezza riducendosi a 1,9 mm che si possono fare in più passate. Nel caso in questione ho segnato prima dalla parte esterna per circa un millimetro e altrettanto ho fatto per la parte interna, una volta rimesso l'attrezzo sulla parte esterna della tavola la parte che mancava era di un millimetro scarso di abete, poi abbiamo il rinforzo interno. Di conseguenza qualche passatina avanti e indietro con il compasso prima di passare all'interno e fare altrettanto finchè il taglio sarà completo. Se l'utensile è bene affilato basterà solamente una rintoccatina con la carta vetrata e stop.
Per l'incollaggio del fondo procediamo sempre con la colla a caldo, due morsetti alle estremità e il vecchio sistema degli elastici che consentono una pressione uniforme più di mille morsetti ed il gioco è fatto. Semplice ... semplice... non vi pare...
La cassa è assemblata, la buca è aperta, mancano la tastiera, il ponticello e la filettatura... vi assicuro che non sono cose da poco... poi si procederà con lo strumento in bianco... dopo... dopo tutto questo.


25 - tizzj
Ottimo lavoro, sta venendo veramente bene. Certo che il lavoro che ti aspetta non è da poco, la sola filettatura mi mette in crisi ogni volta, per non parlare poi delle mani di tampone.....


26 - famar
Bel lavoro! Sarà un'orchestra....


27 - Pietro
Sarà un'orchestra? Speriamo, anche se mi basta che abbia un bel suono.
Intanto un altro passettino insieme con questa decacorde che si sta delineando passo passo.
Parliamo dei filetti: per lo scavo ho usato il coltellino filettatore che oramai conoscete e un secondo coltellino per delineare il taglio, uno scalpello a legno per asportare il materiale segnato in precedenza e si passa all'incollaggio dei vari filetti sempre con la colla a caldo, le limette piccole e la rasiera ultimeranno il tutto ma la carta vetrata fine avrà il compito di rifinire il lavoro.
A questo punto una piccola incognita che non avevo preventivato: ho sagomato la tastiera in ebano (estesa fino al RE acuto) dello spessore di sei millimetri e... lo strumento che prima sembrava una piuma con la tastiera sembra di piombo, non mi sembrava così con le altre classiche, naturalmente questa è molto più grande. Altra piccola variante alla normale procedura: i tasti li ho messi prima di incollare la tastiera, ci ho pensato molto girando e rigirando la tastiera tra le mani e alla fine ho deciso di eseguire i solchi, posizionare e fissare i tasti e incollarla con la colla a caldo dopo aver per la millesima volta ricontrollato l'allineamento.
Altra piccola sorpresa: i filetti non sono venuti al massimo e tolta la carta adesiva vedo che necessitano di qualche ritocchino, al momento lascio in sospeso e vedrò il da farsi dopo le prove con lo strumento in bianco, passaggio per me fondamentale per qualsiasi strumento in quanto dopo non ci sarà quasi nessun margine di intervento. Intanto sono alle prese con il ponticello.
Con questo stiamo per addentrarci veramente nel vivo della costruzione dello strumento.


28 - Sci090
Complimenti per la velocità del lavoro Pietro, che mi pare stia venendo proprio bene!!!
Però devo dirti che non mi piace molto quella tastiera estesa fino al RE. Non dal punto di vista estetico, ma da quello funzionale. Avere quel pezzo di tastiera così spinto sulla buca potrebbe causarti qualche problema alla mano destra, le cui dita potrebbero andare a picchiarci contro nel caso di tocco appoggiato quando frequenterai qulla zona della corda alla ricerca di particolari timbri.
Te lo dico perché ho una sette corde di fabbrica che arrivava fino al DO# ma io l'ho tagliato via perché ci picchiavo sempre con l'unghia dell'indice, che si scheggiava sul moncherino di tasto. E anche sulla 8 corde di liuteria, che arriva fino a DO, e alla quale ho dovuto rastremare la tastiera per evitare lo stesso problema... Hai fatto le prove per vedere se entra in una normale custodia per classica?


29 - Pietro
Accipicchia... sei il primo che mi fa complimenti per la velocità. Ti ringrazio e spero che venga bene come a te sembra.
Per l'estensione della tastiera ... a dire il vero mi era piaciuto vederla su uno dei modelli di decacorde di Michael McBroom e ho pensato:" ma sì, mettiamoci pure questi due tasti in più, meglio ebbondare che deficere" in effetti ha pesato più il lato estetico di quello tecnico. Ho avuto comunque occasione di suonare su qualche classica con la tastiera che si spingeva fino al RE e a dire il vero non ho avuto problemi; comunque con le prove in bianco porrò più attenzione a quanto hai evidenziato.
Poi... al limite... a tagliare sono sempre in tempo... il problema vero sarebbe se dovessi aggiungere.
Le prove per una normale custodia le avevo fatte già dal disegno cartaceo e risultava troppo larga come manico all'ottavo tasto (o per meglio dire è la custodia che in tutti i casi è troppo stretta in quel punto) e anche la paletta è leggermente lunga.
Naturalmente parlo di un paio di custodie rigide che ho in casa ma ho anche visto che ci sono delle semirigide più capienti che potrebbero contenerla.
Una custodia di quelle flosce extraeconomiche che ho sempre in casa la contiene alla grande anche se il grado di protezione antiurto è prossimo allo zero e l'unica comodità resta solo la maniglia.


30 - salvatore catania
Bel lavoro! Questo è il momento in cui si cominciano a pregustare i frutti del proprio lavoro.
Per motivi di praticità anch'io spesso inserisco i frets prima di incollare la tastiera; non è una procedura atipica, in tanti lo fanno e l'importante è l'obiettivo (intonazione, comodità).........poi ognuno sceglie la propria strada per arrivare al risultato.


31 - Pietro
Cari amici stavolta ho una buona notizia da dare... ma prima vorrei chiudere una cosa lasciata in sospeso: la paletta.
Come già visto la paletta della decacorde è contraria a quella delle normali sei corde in quanto se queste sono a spatola con le dieci corde si restringe alla sommità. In comune hanno le placchette di rinforzo per sostenere il legno indebolito dai tagli per le meccaniche e con la giunta vista all'inizio. Gli smussi per le corde gli ho fatti in estremis, dopo aver costruito il capotasto in osso per togliere meno legno possibile. Da questo avrete capito che la buona notizia che ho da dare è che è pronto lo strumento in bianco e che la decacorde suona e la sonorità non ha deluso le aspettative. Si tratta sempre di una chitarra ma ha una timbrica sua particolare e anche l'incatenatura mi sembra buona in quanto dopo aver fatto un accordo sento le vibrazioni su ogni punto della tavola armonica.


Allegato:
deca 2.jpg [224.97 KiB]
Scaricato 4911 volte



Il suono della decacorde è bello pieno e gli armonici sono molto squillanti sia quelli naturale che quelli artificiali, un suono insomma diverso dalle altre chitarre normali che ho in casa: diverso non come potenza ma senz'altro come caratteristiche timbriche.
Devo dire che sono rimasto deluso dalle meccaniche, dopo quasi quattro anni di ricerca ho trovato queste, ma sinceramente non sono un gran chè, non lavorano bene e si è addirittura staccata una manopolina. Tra l'altro non c'è stato nessun sforzo in quanto tutte le corde sono entrate subito in accordatura e la frequenza è stata raggiunta già a bassa tensione, penso sia una caratteristica della cassa armonica e dell'incatenatura che ho applicato, guardatevele bene nelle immagini in modo che se vi venisse voglia di approntare una decacorde, per le meccaniche consiglio vivamente di orientarvi su altre ditte.
Tolto questo lato negativo per il resto sono più che soddisfatto; lo strumento con tastierona in ebano pesa di più (Kg 1,90) ma si imbraccia bene lo stesso e anche al manico largo ci si abitua quasi subito anche se inizialmente si sbagliano le corde basse alla grande.
Lo strumento adesso è solo finito in bianco, ora ho qualche magagna da sistemare e per i filetti vedrò cosa fare in quanto l'incollaggio e anche lo stesso materiale non sono stati proprio il massimo. Comunque prima si smontare le corde e le meccaniche per completare il lavoro e procedere alla verniciatura mi godrò il suono dello strumento per un po'... intanto si andrà avanti con la stagione e senza questa umidità persistente si lavora sicuramente anche meglio e con più sicurezza. Non vi dico quanto ho titubato prima di incollare il ponticello ma più che l'umidità è stato forte il desiderio di sentirne il suono e vedere il risultato dei miei studi e delle mie elaborazioni su uno strumento come la decacorde che non avevo mai approntato prima anche se è da qualche decennio che la cosa mi frulla in testa.


32 - salvatore catania
Evviva!! Percepisco la tua giusta soddisfazione e sono contento per te.
Le meccaniche: penso tu le abbia preso da G......insomma un negozio del veronese; effettivamente lo strumento merita qualcosa in più ma tranquillo, sai meglio di me che le meccaniche si cambiano con la stessa facilità delle corde........se la distanza tra i perni è la normale 35 mm e se accetti una dritta: le fa la Rubner e sono molto belle. Ciao e complimenti!


33 - Pietro
La ditta in effetti è Goth, posso pure metterlo per esteso in quanto a Verona non ce ne sono altre del genere.
La distanza tra i perni è 28 (una via di mezzo tra le sei corde e i mandolini) e qui le cose si complicano.
Comunque contatterò Goth e lo informerò su quanto successo (tra l'altro ho visto pure un cilindretto fessurato) e vedremo il da farsi visto che vado spesso anche da loro a fare spesa. La Rubner...che è anche presente a Cremonafiere... ho comperato delle meccaniche per chitarra e per mandolino ma per la decacorde non sembravano capire di che strumento si tratta, comunque a fine settembre ci andrò con un disegno e ne ordinerò un paio in quanto lavorano veramente bene e non sono carissimi di prezzo... vedrò anche di avere con me qualcuno che parla bene il tedesco o almeno l'inglese... altrimenti con loro... nisba! l'italiano proprio non lo masticano minimamente.
Naturalmente non so come le decacorde da te costruite suonassero, ma a mio modesto parere si tratta di strumenti dalla timbrica veramente notevole. Vedremo se dopo aver definitivamente ultimato la "nave scuola" ne metterò in cantiere una seconda anche in base all'esperienza acquisita, per intanto mi godo il suono di questa prima di smontare gli accessori per completarla definitivamente.
Devo aggiungere che costruire questo strumento quasi in parallelo con la tua chitarra arpa è una cosa per me molto stimolante, penso che dopo i liuti di Luciano e Manu in contemporanea non ci siano stati a Liuteriaitalia altri casi di lavorazioni parallele con scambio reciproco di esperienze. A proposito... tu come la vedi per lo strumento in bianco? C'è chi lo ritiene un passaggio superfluo...


34 - salvatore catania
Proprio stasera ho visto on line le Rubner per 10 corde; penso si possano ordinare e per la distanza tra buchi hai ragione, è stato un mio lapsus infatti 35 mm è per la 6 corde. Non ritengo affatto superflua la prova in bianco, ma le volte che l'ho fatta poi la vernice attorno al ponte non è venuta bene; dunque adesso procedo nell'altro modo: vernicio tutta la TA, segno la posizione del ponte, tiro via la vernice e incollo il ponte.....eventualmente e con pazienza si può intervenire dalla buca per lavorare sulle catene, certo non più sullo spessore della tavola. Tuttavia devo dire che le tavole che sto lavorando da un certo tempo fanno parte di un unico acquisto, le ho prese da un liutaio andato in pensione; per quanto possibile sono abbastanza simili in quanto provenienti da tagli conseguenziali, dunque con comportamento omogeneo a parità di progetto. In ultimo effettivamente finora siamo andati in parallelo.....io per il momento sono ancora fermo; stavo mettendo gli ultimi filetti ma proprio non ce l'ho fatta. Spero di riprendere tra una decina di giorni, il braccio va lievemente meglio e migliora ogni giorno ma non va bene continuare a rischiare; stavolta aspetto la guarigione completa.


35 - MAXLUCCA
Veramente un bellissimo lavoro e poi anche secondo me sei stato davvero veloce ad ultimarlo.
In quanto al suono sono felice che sia riuscita così bene e credo inoltre che con l'aumentare del numero delle corde, se il lavoro è fatto bene, lo strumento sia sempre più ricco e armonioso. Nel mio piccolo ho l'esperienza della sette corde, si sente sempre una risonanza molto più ricca rispetto a quando imbraccio una chitarra "normale" posso immaginare cosa può succedere con la tua! Inoltre quell'incatenatura così particolare penso che a questo punto abbia dato i frutti sperati.
Per finire una domanda: di che materiale è il ponticello e lo hai per caso pesato prima di montarlo?


36 - Pietro
Lieto di sapere che la ditta Rubner abbia messo on line le meccaniche per decacorde, anche nell'ultima edizione di Cremona liuteria ho provato a chiedere ma non capivano di cosa si trattasse.
Sono dispiaciuto Salvatore per il persistere del tuo dolore, spero che se ne vada gradualmente ma definitivamente, in Calabria non so come sia ma se c'è l'umidità persistente che abbiamo qui... quella di certo non aiuta. Auguri di tutto cuore per una pronta ripresa.
Grazie MAXLUCCA per l'apprezzamento del mio lavoro... per il "veloce"... si vedrà... lo strumento non è ancora ultimato, è solo in bianco. Per il suono è sicuramente come dici tu se anche con la sette corde il suono risulta più ricco.
Si, posso dire che l'incatenatura funziona.
Per il ponticello... è in un mogano molto tosto: hai presente quelle tavolette da parquet 6x29x1di altezza? Da una di queste lo ho ricavato.
Il peso... posso dare quello di quando era abbozzato ed erano 40 grammi esatti, poi qualcosa è venuto via limando le ali estreme e togliendo un po' sotto per adattarlo all'incurvatura della tavola armonica; poca roba comunque, poi però se si aggiunge l'ossicino un qualcosina per la colla... penso che alla fine siamo comunque li. Tieni conto che le misure definitive sono 21x3, l'ingombro delle corde è 9,8 e l'ossicino è lungo 12 (il tutto in centimetri). In questo strumento quello che pesa veramente è la tastiera in ebano, d'altronde le misure sono queste, non si può derogare.
Nell'attesa di postare lo strumento finito con la lucidatura in gommalacca posto uno schemino con tutti i dati utili per la costruzione.
Da come avete visto questa non si differenzia poi molto da una normale chitarra a sei corde ma alla fine risulta uno strumento più completo e con una sonorità più piena: insomma uno strumento stuzzicante da costruire e suonare.

MISURE CHITARRA DECACORDE

Strumento elaborato dal sottoscritto con incatenatura personale.
Diapason: 65 cm.
Lunghezza totale: 104 cm.
Tavola armonica in abete rosso Val di Fiemme di spessore costante 2,8 mm.
Lunghezza 49 cm. - Lobo superiore 28 cm. - Lobo centrale 24 cm. - Lobo inferiore 36 cm.
Fondo e fasce in mogano.
Altezza cassa armonica: 10 cm. al fondo – 9,5 cm. al tallone.
Manico in mogano con due inserti in acero – paletta lastronata in mogano e acero.
Manico (con tastiera) spessore 20 mm al primo tasto e 22 mm al dodicesimo tasto.
Spessore totale paletta 22 mm.
Tastiera in ebano spessore 6 mm. - Larghezza 80 mm al capotasto – 96 mm al 12° tasto.
22 tasti nichelati medi (wdth 2,0) a curvatura dolce.
Capotasto e ossicino alla cordiera in osso.
Ingombro corde al capotasto: 73,8 mm – al ponticello: 98 mm.
Ponticello: mogano.
Filetti in varie essenze.
Meccaniche fornite dalla ditta GOTH Srl.
Vernice a gommalacca a tampone con diverse percentuali per fondo – stesura - lucidatura.
Strumento con accordatura barocca: (mi-si-sol-re-la-MI-RE-DO-SI-LA) media tensione.

Naturalmente l'incatenatura che ho elaborato potrebbe anche non convincere, se si vuole andare sul sicuro un bel ventaglio aperto e via...
Idem per l'accordatura, da come avete visto ne sono possibili più di una con relative variazioni, solo questione di scelta e di letteratura... al limite le corde si possono sempre cambiare... se non ne siete convinti saranno loro stesse a chiamare il cambio per rottura o per usura. Un piccolo riassuntino:

L'accordatura N° 1 è la cosiddetta Barocca con i bordoni decrescenti verso il grave, una variante molto usata era la scordatura della terza corda SOL in FA# ad imitazione del liuto rinascimentale a dieci cori - mi-si-sol-re-la-mi-RE-DO-SI-LA -

L'accordatura N° 2 è la Yepes, dal nome dell'autore, e ha la settima corda accordata in DO come nota più bassa mentre le altre tre sono accordate per variare il timbro dello strumento - mi-si-sol-re-la-mi-SI-LA#-SOL#-FA# -

L'accordatura N° 3 è una via di mezzo tra le due ed in effetti è denominata Mista. Si estende fino al LA basso sull'ottava corda ricoprendo l'estensione della Barocca e ha le altre due corde come la Yepes - mi-si-sol-re-la-mi-RE-LA-SOL#-FA# -

La chitarra decacorde è comunque presente anche con altre accordature e ne vediamo una particolare nel filmato.
http://www.youtube.com/watch?v=1UnBkccpKKM
In questa esecuzione i bordoni sono accordati a piacere dell'esecutore, questo brano si può comunque anche eseguire con le altre accordature, una partitura che ho trascritto dall'intavolatura originale è per liuto a dieci cori.
Da questo solo un assaggio delle potenzialità della chitarra decacorde.


37 - Sci090
Bellissimo lavoro Pietro, complimenti! (però rimango dell'idea che la massima eleganza e funzionalità per un chitarra classica si hanno quando ci sono "solo" sette corde...).


38 - Pietro
Stavolta è finita. Ecco la decacorde verniciata a tampone con sola gommalacca dove si vede come anche la semplice gommalacca dozzinale in scaglie se ben data a tampone può risplendere in tutta la sua bellezza. Al prossimo cambio corde forse ripasserò la lucidatura a meno che non si mantenga così.


Allegato:
deca 3.jpg [195.17 KiB]
Scaricato 4912 volte



Ho terminato. Ringrazio Sci090 per il più che generoso giudizio...in fondo per il Carillon di Vallet bastano anche sette corde...


39 - Guido
Complimenti! bella anche la verniciatura.


40 - salvatore catania
Eccola finita! Mi vengono in mente questi tre aggettivi: sobria, elegante, semplice........... insomma davvero bella.
Una bella soddisfazione, grazie per averla condivisa e complimentoni!!


41 - Pietro
Stavolta mi commuovo per davvero. Grazie per i generosi commenti.
Preparerò un PDF tempo permettendo in modo che non mi taglino le immagini e poter fornire una documentazione più completa.


42 - MAXLUCCA
Mi associo a Salvatore: bella, pulita elegante. Anche il mogano andrebbe rivalutato, ho una tavola super stagionata mi sa che la userò anche io!!


43 - taylbern
Vivi complimenti.


44 - Marsicano
Ciao Pietro e complimenti per l'opera come sempre encomiabile per bellezza e chiarezza, mi sembra però che ci siano poche immagini... hai paura che spariscano?


45 - Pietro ha scritto:
Grazie Marsicano per il giudizio più che benevolo, peccato che le immagini che ho postato siano poche... forse però è meglio così... il tuo giudizio rischiava di essere meno generoso. Preparerò, come detto sopra, un PDF tempo permettendo in modo che le immagini restino e per poter fornire una documentazione più completa.
Io pensavo che le moderne tecnologie mi conservassero le foto come in una cassaforte... ho avuto torto in quanto con il tempo ho capito che non è affatto così... Marsicano... lieto di risentirti.


46 - plutoliutobis
Pietro ti devo fare i piu' sinceri complimenti per la tua bellissima chitarra, ho seguito ora il link del tuo post e scorro con gli occhi le foto della tua creatura, grazie perchè ora mi cimento anch'io, bravo bravissimo!

-----------------------------------------------------------------------------------------------

Altre integrazioni sono come sempre possibili.

Cordialità - Pietro -


Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 1 messaggio ] 

Tutti gli orari sono UTC


Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 0 ospiti


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
cron
Powered by phpBB® Forum Software © phpBB Group
Traduzione Italiana phpBBItalia.net basata su phpBB.it 2010